La poesia illustrata, seconda parte

Incontri fra il mondo dell'illustrazione per ragazzi e quello della poesia

IN BREVE  Cosa: Altri tre albi illustrati per bambini e ragazzi che interpretano il mondo della poesia Dove: librerie Immagine: da Se di RudyardKipling, tradotto da Tiziano Scarpa e illustrato da Alesandro Sanna

Per chi si domandasse se gli illustrati possono avere delle ristampe, la risposta è Quando Noè cadde dall’Arca (Lapis edizioni, pp. 28, dai 4 anni). Nel 2013 sotto questo titolo si incontrano i testi di Nicola Cinquetti e le tavole di Gek Tessaro. A fine 2017 ne arriva la ristampa.

Sicuramente il racconto di Noè lo hanno raccontato in millanta, quindi per quale motivo rieditare il titolo? Perché nel panorama delle offerte in questo settore Quando Noè cadde dall’Arca ha dalla sua illustrazioni colorate, ricche di movimento e un testo di sessanta quartine in rima baciata, che si beve come un bicchier d’acqua oltre a permettersi una deviazione dalla storia biblica come tutti la conoscono almeno per sentito dire. Bastano questi elementi per rendere nuovamente disponibile il titolo.

C’è da dire che Cinquetti (di cui si consigliano caldamente le favole di Ultimo venne il verme, pubblicate da Bompiani) ha una scrittura fluida e trasparente, perfetta per una lettura condivisa genitore-figlio. Non solo, a livello narrativo il poemetto riesce ad attrarre il lettore, solleticando la sua attenzione come la sua complicità. E poi, qui abbiamo una storia che narra di tradimento, di voltafaccia, di possibile estinzione del genere umano, di perdono che porta al lieto fine, per noi.

Il tradimento inoltre prende vita grazie alle parole pronunciate da un maiale. Un rimando a una certa fattoria, a uno scrittore inglese certamente intuibile, che permette al genitore di suggerire un altro libro meritevole…

Tessaro da parte sua crea illustrazioni vivaci, ricche di elementi che, soprattutto a inizio libro, suggeriscono una idea di flusso ritmico (basti guardare l’Arca, o le tre tavole in cui gli animali si accalcano, o il grande pesce formato da tanti pesci dell’immagine posta in chiusura). Non c’è che dire, ottimi autori, ottimo libro, ottima idea ristamparlo.

Venti autori per quarantadue poesie croce e delizia di molte generazioni di studenti. Ecco il contenuto, chiaro fin da titolo e sottotitolo, di Silvia, rimembri ancora? Le poesie italiane più amate (Einaudi ragazzi, pp. 149). In effetti, l’antologia non è diretta specificamente a un pubblico di giovani lettori. Appare da subito come un viaggio sentimentale, organizzato per chi oggi è negli “ant’anni”.

Per questo zibaldone, curiosamente non esiste un curatore. Il volume viene accompagnato unicamente dalle pagine introduttive di Beatrice Masini, pronte a cantare la memoria e la poesia, imparata a memoria.

Leggere poesia e impararla a memoria, dice Masini. Cantarla, ripeterla, recitarla, per poi dimenticarla. Alcuni versi torneranno un giorno, inaspettatamente, così da essere regalati a chi ci è vicino, o a noi stessi. La poesia quindi sarebbe un esercizio spiccatamente di memoria. Cui però sono stati costretti milioni di studenti nel corso di molti decenni. Fortunatamente, se lo si vede come allenamento di un muscolo complesso qual è il cervello. Sfortunatamente, se si pensa, per esempio, al Cinque Maggio di Alessandro Manzoni (un treno di ottonari e settenari divisi in quartine), mandato forzatamente a memoria, senza che qualcuno si prendesse la briga di spiegare cosa ci fosse dietro il cantare la morte di Napoleone da parte del poeta lombardo.

Ecco, l’antologia pare costruita con lo stesso intendimento: le poesie sono presentate in ordine cronologico – dal Cantico delle creature, di Francesco d’Assisi, a Per colpa di un accento, di Gianni Rodari, passando per Foscolo, Leopardi, Carducci, Pascoli, Negri, Gozzano, Marinetti ecc. – e basta. Ad accompagnarle solo le illustrazioni, al solito fresche e leggere, di Sara Not cui si dà l’onere di “alleggerire” per quanto possibile il peso delle liriche.

È qui soprattutto che il volume si mostra come un invito rivolto principalmente agli adulti, affinché tornino ai tempi in cui si esercitava la memoria acriticamente, senza passare attraverso la comprensione dei contenuti o, siamo onesti, senza aver voglia di saperne alcunché.

Ora, cosa racconterà un adulto al figlio presentandogli l’antologia? Qui sta il mistero. Racconterà una parte di quell’epica legata alla sua giovinezza, creando empatia e curiosità? Confesserà quanto odiava le poesie perché era obbligato a impararle, facendo quindi ulteriore danno a questo fragile pilastro della letteratura? Chissà. Resta che si vorrebbe avere l’ideatore del compendio per chiedergli ragione di varie cose. In special modo il perché abbia dato tanto spazio ai canonici Leopardi, Carducci, Pascoli e a Rodari, lasciando agli altri le briciole. E poi, come mai ha inserito Gozzano escludendo Palazzeschi. Non era anche lui fra i bardi che si mandavano a memoria?

Tiziano Scarpa, non è soltanto romanziere affermato e riconosciuto. È anche un fine saggista, un poeta “sperimentale”, un drammaturgo e un traduttore. In questa veste lo si trova accanto ad Alessandro Sanna. Entrambi firmano, traduzione e illustrazioni, una bella edizione della più famosa lirica di Rudyard Kipling, Se (Einaudi ragazzi, pp. 48). Per chi non conoscesse questa poesia (e saranno in pochi) basta dire che in trentadue versi racchiude il lascito di valori, sotto forma di consigli, dello scrittore inglese verso il figlio. Una specie di lista delle cose da fare e da non fare affinché il cammino nel mondo sia fatto nel modo più cosciente possibile.

Scarpa interpreta il testo ammodernandone alcuni passaggi, però mantenendosi per quanto possibile rispettoso dell’originale nella scansione dei versi, costruiti su una base di rime alternate.

Il risultato è che svestendo il testo dalla retorica con cui viene presentato altrove (Gramsci perdoni l’affermazione) gli si viene a donare una sobrietà inusitata. Senza ridondanze, la poesia scritta da Kipling appare finalmente come un messaggio fra pari, dove il padre non obbliga il figlio a seguire i suoi consigli, li suggerisce unicamente. Propone, non impone. La congiunzione “se” appunto non asserisce né aggredisce. Così facendo, vince.

Sanna non deve dimostrare oramai nulla. Ma qui le sue capacità di illustrare una storia raccontandone un’altra non solo per contrappunto, sbalordiscono ancora una volta. Tavole doppie di grande impatto narrano infatti di qualcosa che suggerisce una fuga per mare di un gruppo di persone. Le illustrazioni successive seguono solo una di esse, alle prese con un viaggio per monti e pianure, sotto la neve e il sole, per giungere infine a conoscere probabilmente una parte di sé. I colori utilizzati da Sanna muovono poi un vero arcobaleno di sensazioni, non lasciano mai indifferenti e ben si sposano con il testo di Kipling-Scarpa disseminato lungo le tavole e poi raccolto, con l’originale in lingua inglese, nell’ultima doppia tavola. Lì il viaggio per l’uomo sembra riprendere, non si sa per dove.

QUI LA PRIMA PARTE DELL’APPROFONDIMENTO DEDICATO ALLA POESIA ILLUSTRATA.

24 gennaio 2018

courtesy the David Bowie Archive (c) Victoria and Albert Museum, London.

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