La mostra fotografica del regista al MAST in anteprima italiana
Chi: David Lynch
Cosa: mostra fotografica “The Factory Photographs”
Quando: 17 Settembre – 31 Dicembre 2014
Dove: MAST, via Speranza 42, Bologna
di Erika Gardumi
Paesaggi industriali abbandonati, ritratti un bianco e nero fatto di contrasti e inquietudine. Sembrano immagini dal set di un film che David Lynch non ha ancora girato, dicono alcuni…
La mostra fotografica del regista al MAST in anteprima italiana
IN BREVE Chi: David Lynch Cosa: mostra fotografica “The Factory Photographs” Quando: 17 Settembre – 31 Dicembre 2014 Dove: MAST, via Speranza 42, Bologna
di Erika Gardumi
Paesaggi industriali abbandonati, ritratti un bianco e nero fatto di contrasti e inquietudine. Sembrano immagini dal set di un film che David Lynch non ha ancora girato, dicono alcuni. Certo è che le 124 fotografie che compongono la mostra “David Lynch: the Factory photographs“, in anteprima italiana al MAST di Bologna dal 17 settembre, sembrano decantare da qualche labirinto surreale alla Eraserhead per la monumentalità in decomposizione che li caratterizza. La passione dichiarata per comignoli, ciminiere e macchinari del regista americano diventa fotografia industriale, ma sempre à la Lynch: regolarità che si trasforma in ossessione, meccanicità che ripiega in usura, progresso che si risolve in decadenza.
Una mostra molto diversa da “I mondi dell’Industria” che l’anno scorso ha inaugurato lo spazio espositivo del MAST. La fiducia nel meccanico e l’orgoglio industriale lì riconquistati, si infrangono nello sguardo del regista americano e vengono restituiti all’arte attraverso una sottile componente emotiva che rende oscuro e misterioso quanto è in partenza preciso ed efficiente.
Le fotografie sono state scattate tra il 1980 e il 2000 nelle fabbriche di Berlino e delle aree limitrofe, in Polonia, in Inghilterra, a New York City, nel New Jersey e a Los Angeles. Sono i monumenti decadenti dell’industrializzazione, nei quali l’obiettivo di Lynch cerca volontariamente decori in laterizio, cornicioni, cupole e torri, finestre e portali imponenti come a richiamare cattedrali in rovina. Ma non riesco a pensare ad un istinto per il sublime romantico: direi semmai che Lynch si confronta con i paesaggi industriali attraverso un’ossessione per l’organicità delle cose. Le fabbriche di Lynch non sono morte, sono morenti. Esalano gli ultimi fumi, affondano gli arti meccanici nei fanghi industriali, vanno – pezzo dopo pezzo – verso la decomposizione. In questo l’essenza dell’angoscia e del mistero che permeano le immagini e le rendono profondamente lynchane.
Accompagnano la mostra un’installazione sonora dell’artista e una selezione dei suoi primi cortometraggi. La mostra è aperta dal 17 settembre al 31 dicembre dal martedì alla domenica (10.00 – 19.00), con alcune aperture straordinare che trovate aggiornate sul sito del MAST.
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