Il Festival del Vintage che dura 200 giorni: decennio più, decennio meno…
Chi: Festival 50mila
Cosa: Festival del vintage anni ’40-’50
Quando: dal 20 ottobre e per quasi un anno
Dove: La Scuderia (Bentivoglio Club), Piazza Verdi 2 e altre location
Costo: variabile
Info: www.50milafestival.it
Dovendo scegliere una rubrica perfetta per parlare di questa manifestazione, voterei sicuramente per “Costume e Società”. Ovvero la rubrica delle curiosità frivole che senza volerlo ci offrono uno spaccato dei tempi e della società in cui viviamo. Ed ecco che il 50mila Festival..
Il Festival del Vintage che dura 200 giorni: decennio più, decennio meno…
Chi: Festival 50mila Cosa: Festival del vintage anni ’40-’50 Quando: dal 20 ottobre e per quasi un anno Dove: La Scuderia (Bentivoglio Club), Piazza Verdi,2 +altre location Costo: variabile Info: www.50milafestival.it
di Erika Gardumi
Dovendo scegliere una rubrica perfetta per parlare di questa manifestazione, voterei sicuramente per “Costume e Società”. Ovvero la rubrica delle curiosità frivole che senza volerlo ci offrono uno spaccato dei tempi e della società in cui viviamo. Ed ecco che il 50mila Festival, manifestazione spalmata sulla notevole durata di 200 giorni e dedicata alla cultura americana (e italiana) degli anni ’40 e ’50 (ma anche ’30 e ’60), è un vero e proprio inno alla diffusa passione per il vintage che interseca i nostri anni ’10.
A partire dal 20 ottobre Bologna sarà investita da questo festival estemporaneo, che più che invadere la città per qualche giorno si propone proprio di conquistarla mese dopo mese, come a suggerire che l’estate prossima non faremo nemmeno più caso alle persone che si aggirano per il centro con bretelle, gilet e baffoni in sella alla loro lambretta. Eventi fondanti dell’iniziativa saranno delle serate ad alto contenuto vintage al bar La Scuderia (ora BenTivoglio Club), calendarizzate in un sabato al mese, dove si moltiplicheranno le finestre di svago retrò: dall’aperitivo (mi aspetto almeno un Manhattan) al Dance Camp per imparare a ballare il rock’n’roll e il charleston, un immancabile mercatino (di abbigliamento, oggettistica e vinili), un salone di bellezza per acconciature a tema (ragazzi, chiedete di James Dean), un’area dedicata alla fotografia e l’immancabile cornice musicale, tra concerti live e dj set di impronta Rock’n’Roll, Rockabilly, Swing, Italiana, Anni ’50 ’60 e Surf. Tutto molto “wow”, per dirla alla Fonzie.
Si comincia sabato 20 ottobre con l’inaugurazione dei 200 giorni di Festival. L’appuntamento a La Scuderia è per le 19.00, con drink di benvenuto “ai primi 50mila ingressi” (cioè fino alle 21:30). Il concerto dei “The brothel creepers” con il suo mix di Rock’n’Roll anni Cinquanta (Elvis Presley, Little Richard, Jerry Lee Lewis) e Powerbeat anni Sessanta (Beatles, Searchers, Monkees) si preannuncia in linea con l’atmosfera fin dalle prime battute (il loro nome è un tributo alle scarpe utilizzate dai rockabilliers e in seguito dai punk di New York, le blue suede shoes di Carl Perkins). Nel corso della serata anche uno spazio “Call for Artist“, dove sarà possibile presentare i propri progetti vintage e correre il rischio di trovare finanziamento e sponsorizzazione per le attività più disparate, purchè siano in tema (http://www.50milafestival.it/partecipa.html). Queste attività diventeranno l’anima degli eventi collaterali legati al Festival, che si terranno al di fuori dell’appuntamento mensile del sabato.
Detto tutto quello che riguarda il “costume”, veniamo ora alla “società”. Deve esistere una grandissima passione per la patinata dell’America anni ’50 per dare ad un Festival terreno tanto fertile per durare quasi un anno, e per alimentare le moltissime celebrazioni mercatino-musicali che si fanno dell’epoca. Volendo darsi un’autospiegazione verrebbe da dire: in fondo “a chi non piace il rock’n’roll?” “a chi non piace fare colazione da Tiffany”? “a chi non piace il jukebox di Happy Days?”. Ma soprattutto…a chi non piace quella patina serena e piena di speranza racchiusa nei sorrisi delle cartoline e nei manifesti dell’epoca? Il vintage ci riporta ad un’età dell’oro, dove le persone sembravano avere in mano il loro futuro e dove tensioni e complessità sembravano superabili con una bella ancheggiata di Elvis. Non c’è mistero in questo, credo, dato che la passione per il recupero di quanto è retrò è dichiaratamente fashion e d’immagine.
Molti si lamentano di questa monocorde invasione di nostalgia, della sua inutilità e della sua retorica modaiola (e consumista). Io non sarei così drastica, perchè in misura limitata mi sembra divertente, ma ammetto di non aver ancora conosciuto qualcuno di propriamente ossessionato dal vintage: anzi, se avete un’esperienza in merito raccontatela…se la società ama mettersi in costume può darsi che i costumi della società stiano cambiando in maniera davvero rilevante.