Cosa: fcp-festival del cinema di Porretta Dove: Cinema Kursaal di Porretta Terme; paesi limitrofi Quando: 3-9 dicembre Ingresso: grautite; sezione Fuori dal giro e Evento di chiusura: € 3,00/2,00 Immagine: Gli Anni Felici, di Daniele Lucchetti, foto di Emanuele Scarpa Info: www.porrettacinema.com
Dal 3 al 9 dicembre la diciassettesima edizione del FCP-Festival del cinema di Porretta accenderà gli schermi della cittadina termale. Stessa località del Porretta soul festival, quindi, e stessa passione da parte degli organizzatori, ma stagione differente. E un’anima che affonda le radici in un passato recente. Il festiva del cinema ha infatti simbolicamente raccolto il testimone di un’altra manifestazione attiva in zona dal 1960 al 1982, quella Mostra internazionale del cinema libero che ha ospitato fior fiore di registi e operatori cinematografici.
Piccolo e resistente Il FCP avrà come sempre il suo cuore nella sala del cinema Kursaal. È qui che il 29 novembre ha aperto le danze con My name is Adil, di Adil Azzab, poi oggi, venerdì 30, si passa all’anteprima al cinema Nuovo di Vergato con A soul journey. Infine, il 15 dicembre, la post chiusura al cinema La pergola di Vidiciatico, con un omaggio a Bernardo Bertolucci, grande nome del nostro cinema da poco scomparso.
SPIRITO GUIDA
Madrina di questa edizione e immagine che campeggia sui manifesti come sul catalogo festivaliero, una bellissima Florinda Bolkan. Il perché si sia scelta questa icona di molto cinema italiano degli anni Settanta, lo sveliamo a breve. Per ora è da sottolineare come idea vincente non si cambia. Quindi le giornate del FCP presenteranno soprattutto una selezione delle migliori pellicole italiane passate per festival nazionali e internazionali. E poi, eventi speciali per le scuole a base di cortometraggi proposti attraverso l’associazione forlivese Sedicicorto e l’opera di Margherita Ferri, Zen sul ghiaccio sottile, ambientata interamente sull’appennino toscoemiliano.
ELIO PETRI E PORRETTA
Anche il giovane direttore del festival, Luca Elmi, è convinto che l’esperienza della Mostra internazionale del cinema libero leghi in maniera forte Porretta alla Fondazione Cineteca di Bologna. Ed è soprattutto con questo ente che il festival collabora e elabora alcune strategie di diffusione del cinema.
Da questa collaborazione nasce l’idea del premio dedicato a Elio Petri, voluto e progettato insieme alla Cineteca e con la famiglia dell’autore. Regista e sceneggiatore fra i più importanti del nostro cinema, di Petri bisognerebbe almeno ricordare la “trilogia della nevrosi”, cioè Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, La classe operaia va in paradiso, La proprietà non è più un furto. Con questa tripletta uscita nelle sale dal 1971 al 1973, il regista romano si è portato a casa un premio Oscar, due Nastri d’argento, un premio speciale della giuria e una Palma d’oro a Cannes. E chi era l’attrice protagonista in Indagine su un cittadino? Florinda Bolkan, proprio la madrina di questa edizione del festival di Porretta.
“Era molto legato al Festival del cinema libero” afferma Elmi parlando di Petri. Per dire: nel 1971 il regista si trovava a Porretta con Volontè per l’anteprima de La classe operaia. Sgattaiolarono fuori dalla proiezione per andare a incontrare gli operai della DEMM. Altri tempi, ma “anche per questo abbiamo deciso di ricordarne la figura attraverso l’istituzione del premio”, le cui linee guida verrano presentate l’8 dicembre in serata.
In realtà i festeggiamenti iniziano il 3 dicembre, sempre dentro al Kursaal. Alle ore 18 verrà inaugurata una mostra fotografica dedicata a Elio Petri e al suo lavoro. “L’intento è di raccontare la figura del regista, del giornalista e del critico cinematografico”. Ma è da non perdere il 9 dicembre alle 17 la proiezione di Indagine su un cittadino, preceduta dalla video intervista alla Bolkan. Il cerchio così si completa: l’icona rimanda al cineasta e viceversa.
AL CENTRO DEL FESTIVAL
Il Kursaal sarà, come sempre, il centro dei momenti portanti del FCP: la sezione Fuori dal gioco e la rassegna monografica.
In Fuori dal gioco quest’anno vengono proposte cinque pellicole, nella maggior parte e per la prima volta opera di registe, “la cui sensibilità dello sguardo è l’essenza stessa dei lavori proiettati”. Per l’edizione 2018 anche la soddisfazione di offrire al pubblico una pellicola in più. “Come è solito, tutti i film proposti in Fuori dal gioco hanno avuto passaggi in importanti festival nazionali e internazionali, e tutti sono difficili da recuperare in sala” racconta Elmi spiegando il titolo della sezione. Che si arricchisce della collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Proprio Saremo giovani e bellissimi, di Letizia Lamartire con Barbara Bobulova, film che apre la sezione il 3 dicembre, è coprodotto dal CSC e dalla Film commission EmiliaRomagna. Il 4 sarà la volta di Martire, di Dario Albertini, mentre il 5 tocca a Sembra mio figlio, regia di Costanza Quadriglio. Giovedì 6 arriva Menocchio, di Alberto Fasulo, presentato a Locarno e vincitore dell’Annecy cinema italien 2018. In ultimo, venerdì 7 ecco Arrivederci Saigon, stranissimo docufilm di Wilma Labate incentrato sulle Stars, gruppo musicale formato da cinque ragazze del livornese, che nel 1968 si trovano catapultate a loro insaputa in Vietnam, a esibirsi per le truppe statunitensi. Le proiezioni iniziano tutte alle 21 e vedono in sala la presenza dei registi o degli sceneggiatori.
MONOGRAFIA LUCCHETTI
La monografia di questa XVII edizione del festival è dedicata a Daniele Lucchetti, di cui verranno proposti in ordine cronologico sette lavori: dall’esordio con Domani accadrà (1988) a Il portaborse (1991) all’ultimo Io sono tempesta (2018). Il regista romano, nato sotto l’ala di Nanni Moretti, sarà presente alle 15 dell’8 dicembre negli spazi del teatro Testoni, per una masterclass aperta al pubblico. Lo si potrà incontrare poi in serata, per la consegna del premio alla carriera.
L’altra masterclass prevista nei giorni di FCP vedrà la presenza, domenica 9 alle 11, dell’attrice Isabella Aragonese nelle sale dell’Hotel Helvetia.
INIZIO E FINE
In una ottica di collegamento fra le varie entità festivaliere locali, si colloca il film-documentario di Marco Della Fonte, A soul journey, anteprima proposta dal FCP in collaborazione con Porretta Soul Festival e col patron Graziano Uliani. Oggi, alle 21, sullo schermo del Cinema nuovo di Vergato, verranno proiettati settanta minuti di pellicola in cui si condensano aspetti della vita di alcuni musicisti soul e r&b, il loro percorso artistico ed emotivo. “Da quando ho scoperto il Porretta soul festival negli anni Novanta” racconta il regista, “ho cercato di capire chi fossero questi artisti. La passione per la musica soul e r&b e l’attività come regista di video musicali, mi hanno portato ad approfondire la parte più narrativa della loro vita”. Della Fonte non propone perciò solo un film musicale, ma una esplorazione delle vicende umane che mettono al centro i musicisti, molti dei quali veri pezzi da novanta, catturati nel loro passaggio per il Porretta Soul festival.
Evento speciale e suggello del FCP, Go home. A casa loro, di Luna Gualano. “Un film italiano, presentato solo al Festival del cinema di Roma, ancora non distribuito nelle sale” sottolinea Elmi. “Questa sarà la seconda anteprima, la pellicola uscirà ufficialmente nel 2019”. Una pellicola inattesa di cui si è già sentito parlare e non poco. Perché è uno zombie movie, perché è italiano. Ma non solo. Il film si pone come “politico” sin dalle prime battute, omaggiando e citando la filosofia degli zombie di Romero, ma dando una sua personale impostazione ai materiali. Come si potrebbe definire altrimenti una storia in cui Enrico, ragazzo di estrema destra, trova rifugio nel centro di accoglienza che voleva distruggere insieme ai suoi sodali, mentre attorno scoppia una epidemia zombie? Come definire quanto avviene a chi vuole negare l’accoglienza e si salva nel luogo che voleva distruggere?
Scritto da Emiliano Rubbi, questa allegoria horror è cresciuta dal basso, con una azione di crowdfunding cui hanno aderito artisti, musicisti e scrittori dell’ambiente romano. Indubbiamente un film interessante, che ha più di un motivo per essere visto.
TITOLI DI CODA
Organizzato dall‘associazione Porretta Cinema, che da sempre lavora per salvaguardare e promuovere il cinema d’autore e di qualità, il FCP propone come già detto una coda. Il 15 dicembre a Vidiciatico viene proiettata la copia restaurata dal CSC di Ultimo tango a Parigi, omaggio a Bernardo Bertolucci deciso di comune accordo fra Cineteca e staff del festival.
“Il 15 dicembre del 1972, Porretta ospitò la prima nazionale di Ultimo tango” nota Andrea Morini, responsabile Cineteca. “In quel caso il luogo venne scelto dal produttore Alberto Grimaldi per la solida tradizione festivaliera e per evitare rischi di sequestro”. Quarantasette anni si tornerà ad applaudire quel che è diventato un pezzo di storia del cinema italiano.