Cornamuse e punk nello stomaco per i figli incazzati degli irlandesi d’America
Chi: Dropkick Murphys
Cosa: in concerto
Quando: 7 giugno, ore 22:00
Dove: Estragon, via Stalingrado, 83
Costo: 25 € + dp
Quello che rende davvero mitologica la resa dei conti finale del film “The Departed” di Scorsese è l’attacco pizzicato per mandolino e cornamusa di “I’m shipping up to Boston“, brano simbolo dei Dropkick Murphys e perfetta metafora di quanto questa nutrita band di figli d’Irlanda trasferiti a Boston…
Cornamuse e punk nello stomaco per i figli incazzati degli irlandesi d’America
IN BREVE Chi: Dropkick Murphys Cosa: in concerto Quando: 7 giugno, ore 22:00 Dove: Estragon, via Stalingrado, 83 Costo: 25 € + dp
di Erika Gardumi
Quello che rende davvero mitologica la resa dei conti finale del film “The Departed” di Scorsese è l’attacco pizzicato per mandolino e cornamusa di “I’m shipping up to Boston”, brano simbolo dei Dropkick Murphys e perfetta metafora di quanto questa nutrita band di figli d’Irlanda trasferiti a Boston da generazioni racchiuda in sè e nella propria musica. All’apice del film, mentre Leonardo di Caprio e Matt Damon convergono verso lo speculare rischio che corrono, le note di Al Barr e soci si intensificano e si fanno agguerrite fino a scoppiare in un ritornello urlato e imponente.
Intro tradizionale e aggiustamento punk in corso d’opera. Uno stile che per merito dei DKM (ma non solo) è diventato genere, e ha preso l’evocativo nome di Celtic Punk. Insieme a Pogues e Flogging Molly, i Dropkick Murphys hanno infatti contribuito a diffondere questa fusione tra la musica folk irlandese e l’asprezza di chitarre distorte, batteria e voce propriamente punk.
La band di Boston sarà a Bologna il 7 giugno all’Estragon per far ballare (e pogare) i numerosi fan sulle note dei brani che li hanno resi famosi nei loro 15 anni di storia musicale. Dalla cover “cattiva” della tradizionalissima Rocky Road to Dublin (anche colonna sonora del film Sherlock Holmes) alla più esultante “Sing it loud, sing it proud“, dalla più americana Tessie fino alla meno educata “Kiss my irish ass”, che ribadisce l’atteggiamento tendenzialmente arrabbiato dei Dropkick. Gli argomenti delle loro canzoni sono spesso socialmente impegnati, e più di una volta la band ha fatto proprie le rivendicazioni della classe operaia e dei lavoratori in generale. Very Irish, verrebbe da dire.
Arricchito da una variegata scelta di strumenti tradizionali, quali violini, fisarmoniche, banjos, cornamuse, bodhràn e flauti, il punk celtico dei Dropkick Murphys si prepara alla data bolognese con alle spalle un album pubblicato nel 2011, Going Out in Style, che con tutta probabilità sarà protagonista del live. La rocky road to Dublin passa per Bologna: sing it loud, sing it proud!