Da oggi nei cinema il “Blair Witch Project” dei supereroi
Titolo: Chronicle
Anno: 2012
Regista: Josh Trank
Attori: Dane DeHaan, Alex Russell, Michael B. Jordan
Quando: da mercoledì 9 maggio 2012
Dove: al cinema
Che il supereroe fosse un personaggio pieno di complessi, con una storia familiare difficile o con difficoltà di relazione con il mondo (e soprattutto con le donne, diciamolo) non è per niente una novità. Da Peter Parker a Bruce Wayne, passando per i vari…
Da oggi nei cinema il “Blair Witch Project” dei supereroi
IN BREVE Titolo: Chronicle Anno: 2012 Regista: Josh Trank Attori: Dane DeHaan, Alex Russell, Michael B. Jordan Quando: da mercoledì 9 maggio 2012 Dove: al cinema
di Erika Gardumi
Che il supereroe fosse un personaggio pieno di complessi, con una storia familiare difficile o con difficoltà di relazione con il mondo (e soprattutto con le donne, diciamolo) non è per niente una novità. Da Peter Parker a Bruce Wayne, passando per i vari Watchmen, Green Lantern e X-men, il personaggio che vediamo diventare supereroe non è mai immune da qualche problemino di socialità. Di solito però questo ostacolo viene superato brillantemente dalla presa di coscienza del proprio ruolo come protettore dell’umanità. Tanto che i residui psicologici dell’individuo diventano pallido meccanismo per spiegare svolte nella trama più che effettivo disagio. Ma cosa succederebbe se il nostro quasi-supereroe fosse un liceale pieno di problemi, non fosse interessato alla salvezza della specie umana, e per di più non si rendesse ben conto della portata del suo potere?
La peculiarità di Chronicle, in uscita nei cinema italiani il 9 maggio, è data proprio dall’abbandono dell’universalità, la quale imporrebbe ai supereroi di comportarsi un po’ secondo certe aspettative condivise, siano essi buoni o cattivi, e di chiarire nel corso del film quali siano le fazioni e quale sia la posta in gioco. Invece no, Chronicle si limita solo ad illuderci che tutto stia filando liscio, con una prima e molto geek-godibile parte in cui il protagonista (Andrew) e due suoi amici acquisiscono i poteri e imparano ad usarli: puro divertimento.
Ma ecco la prima nota particolare: quello che succede lo possiamo vedere solo attraverso gli occhi di Andrew, o meglio della telecamera che il ragazzo ha comprato nella solitudine della sua difficile vita famigliare e che ha deciso di usare come filtro tra sé e la realtà di un padre alcolista e violento. Questa la prospettiva attraverso cui lo spettatore deve seguire la vicenda. La pellicola si conforma così come un finto documentario girato in (quasi)soggettiva e che rende il tutto molto realistico quanto soggettivo e privo di spiegazioni: nessuno ad esempio si chiede la vera provenienza dei poteri, come in effetti potremmo aspettarci da tre ragazzini diventati improvvisamente dèi.
Coerentemente con la sensazione di onnipotenza, le fazioni e la posta in gioco si definiscono solo attraverso le pulsioni emotive dei ragazzi, private di contenuto morale e arricchite di un’interessante riflessione sull’essere soggetto più che oggetto delle riprese, il che restituisce al supereroe un nuovo ma credibilissimo narcisismo.
E mentre la telecamera a mano (che non procura nausea, tranquilli) ci regala emozione e tensione, come insegnano The Blair Witch Project e i suoi fratelli tra horror – thriller, Chronicle scorre sempre più senza freni verso la resa dei conti finale. Per fortuna questa volta non possiamo immaginare chi vincerà, vista la diversissima reazione dei tre ragazzi ai propri superpoteri. Lieto fine? Come recita lo slogan del film: “è sempre divertente, finché qualcuno non si fa male”. Battuta appropriata.