A Palazzo Fava una grande esposizione per il pittore che ha ispirato ogni campo dell’arte
Cosa: Edward Hopper, mostra d’arte
Dove: Palazzo Fava, via Manzoni 2, Bologna
Quando: dal 25 marzo al 24 luglio 2016
di Giuseppe Marino
L’arte di Edward Hopper arriva a Bologna, ed è di certo un grande evento. Palazzo Fava ospiterà da marzo oltre 160 opere dell’icona dell’arte americana del XX secolo, offrendo dunque una panoramica su tutta la sua produzione. Hopper (1882-1967) è un pittore fra i più affascinanti e influenti, creature di luci, spazi…
A Palazzo Fava una grande esposizione per il pittore che ha ispirato ogni campo dell’arte
IN BREVE Cosa: Edward Hopper, mostra d’arte Dove: Palazzo Fava, via Manzoni 2, Bologna Quando: dal 25 marzo al 24 luglio 2016 Info: genusbononiae.it
di Giuseppe Marino
L’arte di Edward Hopper arriva a Bologna, ed è di certo un grande evento. Palazzo Fava ospiterà da marzo oltre 160 opere dell’icona dell’arte americana del XX secolo, offrendo dunque una panoramica su tutta la sua produzione. Hopper (1882-1967) è un pittore fra i più affascinanti e influenti, creature di luci, spazi, vuoti, geometrie che, oltre a contare nel suo campo centinaia di epigoni, ha realizzato un modello che ha ispirato l’arte in molti altri campi. Immergersi in un dipinto di Hopper può dare sensazioni non dissimili a quelle provocate dalle descrizioni essenziali e taglienti degli scritti di Raymond Carver; nella fotografia in tanti – fra gli ultimi Wim Wenders con la sua recente mostra America – non possono non pensare a Hopper quando immortalano le luci artificiali e le assenze, la forma di elementi artificiali persi in orizzonti naturali.
E, più di tutti, è il cinema che ha espresso e continua a esprimere le figure e le sensazioni dell’artista. In maniera indiretta, con citazioni e ricostruzioni, e anche in forma immediata. Fra i nomi più celebri non si può non citare Hitchcock, che nel 1960, con Psyco, ha plasmato l’inquietante casa di Norman Bates sulla tela del 1925 “Casa vicino alla ferrovia”; Terrence Malick, dal canto suo, richiama le stesse architetture e inquadrature nel capolavoro del 1978 I Giorni del Cielo. Recentemente il lavoro di Hopper è stato trasposto anche in forma diretta nel film, bello e singolare, dell’austriaco Gustav Deutsch: Shirley – visions of reality. La pellicola attraversa quarant’anni di storia americana, dai ’30 ai ’60, attraverso la ricostruzione di tredici celebri dipinti; al centro della scena una donna, Shirley, che incarna diverse figure femminili – centrali nelle opere di Hopper – e, nella sua immutabilità pittorica, intreccia le proprie esistenze col racconto della guerra, del maccartismo, del suo rapporto con il teatro e con il tempo, della sua vita sentimentale. Nella trasposizione accurata dei quadri si ritrovano i colori pieni, le linee nette di luci e ombre, la ricerca di dettagli e le espressioni distaccate, come in perenne attesa, immerse nella fredda luce del sole.
La mostra realizzata da Arthemisia in collaborazione con Genus Bononiae comprenderà oli, acquerelli, carboncini e gessetti; fra le opere certe ci sono pezzi dalla collezione del Whitney Museum of American Art di New York, fra cui New York Interior e South Carolina Morning, oltre a interessanti lavori preparatori, quali Study for Morning Sun, Study for Girlie Show, Study for Gas e Study for City Sunlight. Non si conosce ancora la data precisa dell’inaugurazione, che sarà comunque da metà marzo, successivamente alla chiusura a Palazzo Fava dell’esposizione “Guido Reni e i Carracci. Un atteso ritorno“, il 13 marzo.
UPDATE DEL 26 FEBBRAIO: L’esposizione sarà inaugurata il 25 marzo e rimarrà aperta fino al 24 luglio
UPDATE DEL 25 MARZO: Il report della mostra
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10 febbraio 2016