Inaugura la stagione dell’ITC con una grande firma dello spettacolo italiano
Cosa: Laika
Chi: Ascanio Celestini
Dove: Circolo ARCI Bellaria – Sala Paradiso, Via Bellaria 7, San Lazzaro
Quando: giovedì 19 novembre 2015 ore 21:00
di Cristian Tracà
Ascanio Celestini, il cantastorie ribelle e politicamente scorretto, torna al circolo Arci di San Lazzaro per…
Inaugura la stagione dell’ITC con una grande firma dello spettacolo italiano
IN BREVE Cosa: Laika Chi: Ascanio Celestini Dove: Circolo ARCI Bellaria – Sala Paradiso, Via Bellaria 7, San Lazzaro Quando: giovedì 19 novembre 2015 ore 21:00
di Cristian Tracà
Ascanio Celestini, il cantastorie ribelle e politicamente scorretto, torna al circolo Arci di San Lazzaro per l’inaugurazione della nuova stagione teatrale di quella preziosa realtà culturale bolognese chiamata ITC. Giovedì 19 novembre alle ore 21,00 nella sede di via Bellaria 7 a San Lazzaro gli affezionati e appassionati fan del romanissimo attore potranno godersi il monologo dal titolo Laika.
Laika, un testo scritto e interpretato dallo stesso Celestini che si è avvalso della collaborazione artistica di Gianluca Casadei alla fisarmonica e di Alba Rohrwacher come voce fuori campo. Come sarebbe, cosa farebbe e cosa penserebbe Gesù se tornasse sulla Terra? Questa la domanda stimolo che anima tutto lo spettacolo, con esiti che, conoscendo lo stile dell’autore, potrete già immaginare pregni di stimoli e di sorprese.
Per questa sua nuova avventura sulla scena ci porta in un monolocale di periferia, con vista sul parcheggio di un supermercato: lì troviamo Gesù, mandato tra gli uomini non per salvarli, non per redimerli, ma solo per osservarli. Proprio per questo è cieco e a raccontargli quello spicchio asfaltato di mondo che si può vedere dalla finestra è un apostolo, Pietro. A simboleggiare la cecità di chi può osservare il mondo solo attraverso gli occhi di un altro, il monolocale è del tutto spoglio e da lì, come fosse la soggettiva di Gesù, ascolteremo solo la voce di Pietro.
La mancanza della vista umana diventa così la condizione per acquisire la verità, quasi come nella profonda simbologia del mito e della tragedia greca. Gesù non vuole far entrare nessuno in quel monolocale, forse per lasciarsi andare a pensieri e riflessioni: sui miracoli, sul triste destino di Giuda, sul suicidio e soprattutto sul quel povero barbone che vede attraverso gli occhi di Pietro, un emigrato clandestino arrivato su un barcone a dormire coperto di cartoni nel parcheggio davanti alla finestra.
I conoscitori dell’opera di Celestini sanno come spesso la sua parola, capace di evocare atmosfere popolari e raffinate, affondi dritta come un pugno ben assestato, fino alle profondità dello stomaco. I temi che si affronteranno lasciano già intravedere una preziosissima fattura e una serata carica di analisi e introspezione: i migranti, il crollo delle ideologie, la religione umana alla De Andrè, l’erosione della spiritualità e il trionfo dell’individualismo.
Subito dopo lo spettacolo Ascanio Celestini si fermerà con il pubblico per parlare dello spettacolo, della sua visione della contemporaneità e dei suoi progetti artistici.