Zerocalcare a Bologna presenta il suo nuovo lavoro

Domani alla CoopAmbasciatori il disegnatore dell'Elenco telefonico degli accolli

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IN BREVE Chi: Zerocalcare 
Cosa: presentazione del volume L’elenco telefonico degli accolli 
Quando: giovedì 22 ottobre 2015, 18.30 
Dove: Libreria CoopAmbasciatori, via degli Orefici 19, Bologna Costo: gratuito

Sintetizziamola così, rimaneggiando un vecchio detto. Cioè affermando che nel campo del fumetto italiano, di Zerocalcare ce n’è uno, tutti gli altri sono nessuno. A livello di popolarità come di vendite, è un dato che non può essere smentito.

Nelle città in cui passa a presentare i suoi lavori, il pubblico accorre numeroso. Probabilmente quanto scrive e disegna l’autore di Rebibbia entra in una sintonia quasi perfetta con un’ampia fascia di pubblico, e non solo con il paio di generazioni cui si lega maggiormente per vicinanza angrafica. La sua biografia quotidiana, romanzata e spinta dentro il gioco del grottesco, messa davanti agli occhi di chiunque diventa sotto certi aspetti universale, spostando Zerocalcare da “dio occasionale per adolescenti” verso un altro livello. Che sia superiore, questo livello, non è ancora possibile dirlo, ma ci metteremmo la mano sul fuoco. Sta di fatto che il lettore/fan di Michele Rech (vero nome di Zerocalcare) è carico di una fiducia inesauribile verso i lavori che produce il disegnatore aretino (da sempre di stanza a Roma), e acquista senza battere ciglio ogni sua pubblicazione.

Tutte cose che non si hanno dubbi a profetizzare accadranno anche domani quando, presso la libreria Coop Ambasciatori di via degli Orefici 19, Zerocalcare in persona presenterà la sua ultima fatica, L’elenco telefonico degli accolli (17 euro), in compagnia dell’editore Michele Foschini, alias Bao publishing.

Per chi conosce l’autore e lo segue assiduamente sul suo blog, il contenuto del libro non ha misteri, o quasi. Buona parte delle duecento tavole che formano L’elenco telefonico degli accolli sono infatti state pubblicate, come recita il sottotitolo, sul sito di Zerocalcare (www.zerocalcare.it) nel corso di due anni: 4 marzo 2013-7 aprile 2015.

Lo si potrebbe definire perciò come la consacrazione di un certo modo di fare fumetti utilizzando questo media per creare il “diario di bordo”, l’autobiografia della propria vita e del proprio pensiero, attorno a quelle che sono le contingenze quotidiane. Insomma, come era stato per Ogni maledetto lunedì su due, così potrebbe essere per questa ultima prova. Perfetto, crediamo nessuno abbia da ridire su un simile uso del fumetto, già ampiamente frequentato e declinato da una miriade di autori di graphic novel e da qualche narratore.

Il “quasi” bisogna però aggiungerlo d’obbligo, perché riferito alle quarantacinque tavole inedite, inserite a mo’ di collante, di cavo di trazione fra tutte le microstorie, le gag e quant’altro, effettiva griglia del libro. Chiamiamole bonus indispensabile, però sono loro, sono le quaranta tavole a creare la coerenza del discorso, la possibilità di far fluire quanto possiamo definire come la morale della storia.

Proprio sul blog, Zerocalcare scrive che quelle pagine inedite «provano a fare il punto sulla vita mia di questi 2 anni, le cose che sono cambiate in meglio, in peggio, in boh», anche perché «disegnandole mi ha fatto fare pure un po’ di ordine nel cervello, in corso d’opera». E di cose ne son cambiate, nella vita dell’autore. Probabilmente non è solo l’aver superato la soglia dei trent’anni, ma anche l’essersi ritrovato fra le mani un lavoro, creativo e precario al tempo stesso qual è quello del fumettista.

Aver compreso questo gli ha aperto altri paesaggi, soprattutto quello delle responsabilità, oppure Zi’ sta bellamente prendendo i lettori cadauno (e se stesso) per i fondelli? Si direbbe di no.

Pur filtrando ogni cosa attraverso il gioco dell’autoironia, qualche volta anche della strizzatina d’occhio, questa è la strada su cui si è incamminato. Una strada lastricata di uova (la via delle uova) da non rompere se non nella minima quantità possibile, da percorrere con attenzione quindi, sostenendo fra le braccia scatole e scatolette, scrigni e contenitori vari in equilibrio instabile, metafora delle responsabilità, dei problemi, di quanto di essi ci viene “accollato” o autonomamente ci accolliamo e poi non si può buttar via (eccolo il perché del titolo).

Al tempo stesso lo Zerocalcare di una volta non molla di certo la presa. Ergo il suo personaggio, ne L’elenco telefonico degli accolli, risulta più riflessivo, certo, ma non per questo meno “cazzaro”. La filosofia del Chittesencula espressa nel racconto “I litigi su Internet” potrebbe fare da esempio calzante di questa via mediana. Come dire: una maggiore comprensione dei meccanismi che regolano la nostra vita, sintetizzati in una formula a effetto, in una battuta conclusiva che ne smonta la drammaticità, o in uno stillicidio di microgag con effetto analogo.

L’acutezza anarchica di Calcare, il riuscire a stigmatizzare in modo tranchant le situazioni e al tempo stesso a smontarne quando serve il meccanismo melodrammatico applicando tempistiche pressoché perfette, resta invariato. Ma è come se un’altra voce, diciamo quella della coscienza (però non solo quella espressa dal personaggio-cliché dell’Armadillo), abbia preso più spazio, voglia argomentare meglio le istanze di una quotidianità che si è fatta più serrata, che impone impegni differenti, scelte un po’ più complesse del giocare indefessamente a Street fighter o vedersi tre stagioni di The walking dead in infilata. Ma anche no: restare un po’ adolescenti serve a non morire. Certo bisogna essere sempre consapevoli che “tenere insieme i pezzi della propria identità mica è facile”, che cioè maturità e incoscienza non sempre viaggiano in parallelo. Anche se, per attraversare le nostre macerie, quelle che raccontano cosa eravamo un attimo prima, sarebbe necessario.

21 ottobre 2015

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