IN BREVE Cosa: esplorazione dell’antologia seriale Repertorio dei matti della città di Bologna Chi: presentazione del curatore Paolo Nori Dove: Libreria Carta bianca, via Borgo Romano 3, Bazzano Quando: sabato 17 ottobre 2015, ore 18
Repertorio. Sostantivo maschile. Sta a indicare la raccolta di dati ordinati secondo un criterio che li rende facilmente consultabili. Per estensione, il repertorio è una collezione di dati, una sequenza. Ma il senso di “repertorio” può avere anche una valenza ironica. Significa anche altro, ma lasciamo perdere.
I matti, gli strambi, gli eccentrici sappiamo subito chi sono. Lo sappiamo? A leggere le prime quattro uscite in libro di “Repertorio dei matti della città di…”, progetto corsistico ideato e tenuto da Paolo Nori in varie città d’Italia, parrebbe di sì. Però mai avremmo potuto immaginare fossero tanti. Scrittori e matti. Scrittori che vanno a stanare i matti e a raccontarli. Matti che si fanno stanare e che risiedono in ogni dove nella città in cui lo scrittore parmense tiene il suo corso sui matti, a degli scrittori o giù di lì.
Bologna, Milano, Roma e Torino per ora le uscite del corso che diventa progetto editoriale nelle mani accorte della milanese Marcos Y Marcos. A seguire potrebbero arrivare Genova, Cagliari, Parma e chissà quale altro borgo italiano. Chiamate Nori a tenere il corso nella vostra città, e il risultato si potrebbe presto leggere. Perché il risultato è una antologia. Anzi, come accennato, varie antologie, ognuna con una sua anima originale. Si sa, i matti, gli strambi, gli eccentrici non possono essere gli stessi in ogni luogo, e nemmeno gli scrittori, anche se il nome delle antologie resta radicato in quello del corso. Ogni raccolta di testi si intitola infatti “Repertorio dei matti della città di…”, ripresa illuminata di quel Repertorio dei pazzi della città di Palermo, bellissimo libro aforismatico dato alle stampe una trentina di anni fa dal drammaturgo siciliano Roberto Alajmo. Il prestito è dichiarato immediatamente, sia per quanto riguarda il titolo sia per la struttura del libro, nelle pagine che Nori mette a mo’ di introduzione e che si ripetono identiche in ognuna delle uscite. Nel titolo varia solo il nome della città, che è quella in cui si è tenuto il corso ecc. Ed ecco il titolo mutare, seppure di poco, da una antologia a un’altra.
Un’idea matta, questa delle antologie che si abbinano ai corsi. Ed è proprio il suo insito statuto di follia a far sì che sia riuscita bene e al primo colpo, tanto da essere già alla seconda ristampa. È accaduto a Repertorio dei matti della città di Bologna, e a Repertorio dei matti della città di Milano, scommetteremmo lo stesso sulle altre. Ma perché l’idea matta attecchisca bene e generi nuovi frutti, quindi corsi e antologie, come anche un più alto numero di acquirenti, bisogna che giri e sia divulgata, soprattutto da chi l’ha promossa e da chi vi ha partecipato.
Per questo motivo il prossimo sabato 17 ottobre alle ore 18, Paolo Nori presenterà una nutrita compagine degli autori che danno forma e sostanza al “Repertorio dei matti” bolognese a Bazzano, presso la libreria Carta Bianca, via Borgo Romano 3.
Gli autori sono venti, quasi tutti sconosciuti. Alcuni dei loro nomi però suonano familiari. Per esempio Mauro Orletti, narratore con in catalogo già un paio di titoli, fra cui Piccola storia delle eresie. Oppure Milvia Comastri o Chiara Spaziani o Elisabetta Mongardi o Enrico Losso. Gli altri sono Giorgio Busi Rizzi, Alba Ciarleglio, Cinzia Dezi, Paola Falossi, Angelo Fioritti, Irene Forti, Rossella Hakim, Chiara Lambertini, Alessandro Massacesi, Davide Paganini, Alfonso Posillipo, Paolo Ricci, Graziano Santoro, Morena Sartori, Laura Ventura.
Ma anche conoscerli, gli autori, non servirebbe a nulla. Nella struttura delle antologie organizzate da Nori, vige l’anonimato. Così, pagina dopo pagina si susseguono i matti di Bologna (come di Milano, Roma e Torino), ma chi li abbia notati e in seguito li abbia messi su pagina, non è dato sapere. L’anonimato che colpisce gli autori non opera ugualmente sui matti che trovano posto nelle 207 pagine del Repertorio bolognese e negli altri Repertori usciti fin qui. Vero è che, per la stragrande maggioranza dei racconti, viene usato il pronome indefinito “uno” o “una”, così da uniformare sotto questo aspetto anche l’esercito dei tipi narrativi presenti. Però sono proprio loro poi a venire spesso indicati per nome o, ancor più, con dei nomignoli. Inoltre sono matti che abitano in luoghi ben precisi della città di Bologna – il Meloncello, San Ruffillo; o che transitano per zone imprescindibili della stessa – il Pratello e piazza del Nettuno. Non sarebbe nemmeno da dire che possiedono pari caratteristiche i matti raccolti nelle altre antologie. Sono comunque indicazioni formali che Alajmo aveva inserito nel suo libro e che qui vengono rispettate.
Quello che invece ci pare si distanzi dal libro capostipite, è la sensazione che i matti narrati “senza sentimento” dagli autori alla fine tendano a confondersi con la popolazione delle città ospitanti. Attenzione, non si vuol dire che possano essere spostati da antologia ad antologia tanto non se ne accorgerebbe nessuno – ribadiamo che i matti sono inalienabili alla loro residenza – bensì che la loro follia appartiene almeno in parte a noi, intesi come cittadini. A pensarci, viviamo vite non eclatanti, che ci mettono ai margini della Storia al pari dei matti. E abbiamo uscite, manie e tic pronte a renderci unici, e forse un po’ folli non molto dissimili dalle loro. Per questo quando nel Repertorio dei matti della città di Bologna si passa dai personaggi sconosciuti a quelli conosciuti (Giorgio Morandi e Paolo Nori, due per tutti) non avvertiamo alcuno scalino. Ecumenicamente, la follia non fa distinzione di sorta.
16 ottobre 2015