“Jack Frusciante è uscito dal gruppo” compie vent’anni e festeggia al Locomotiv

Reading di Enrico Brizzi e live di Santo Niente e Diaframma: il 12 settembre vanno in scena i sogni di una generazione

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IN BREVE Cosa: Festa per i 20 anni di Jack Frusciante è Uscito dal Gruppo Chi: Enrico Brizzi, Santo Niente, Diaframma Quando: venerdì 12 settembre dalle 21 Dove: Locomotiv Club, via Sebastiano Serlio 25/2, Bologna Costo: 5 euro, dalle 00:30 ingresso gratuito, tessera aics obbligatoria (8 euro)

Sono passati vent’anni dalle avventure del “Girardengo appena appena un po’ più basso e rock”, che pedalava sfrecciando lungo i viali, con gli occhi lucidi e il cuore colmo delle ingenue aspettative che puoi avere solo a 18 anni. Quando hai gli amici del liceo, la musica, due tiri al pallone, e poi lei, la tua “Aidi senza aggettivi”, che solo a nominarla ti sembra come di avere sciupato qualcosa. Due decadi trascorse e, ancora oggi, la storia di quel pirata anarchico di Alex e della sua Bologna vista da una finestra di via Saragozza resta un vero e proprio cult letterario: basta guardare la catena che sta impazzando proprio in questi giorni su Facebook, per constatare come “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” sia in assoluto uno dei titoli più postati nella top ten dei dieci libri del cuore. Ad agosto il romanzo d’esordio di Enrico Brizzi ha compiuto 20 anni, e oggi il suo autore ha scelto di festeggiare insieme a tutti i fan con un party esclusivo al Locomotiv, venerdì 12 settembre. Per l’occasione proporrà un reading tratto dalla sua prima opera e a seguire concerto live di Santo Niente e Diaframma (dalle 21.30, ingresso 5 euro).

Un evento che celebra non solo un libro, ma la memoria, i sogni e le aspirazioni di un’intera generazione, nata all’ombra delle Due Torri e non solo, che ancora oggi si riconosce nella fotografia fatta da Brizzi di un’epoca storica figlia del boom economico, ultimo singhiozzo della Prima Repubblica, prima dell’avvento di Tangentopoli e dell’epopea berlusconiana.

Sarà la freschezza del linguaggio, ricco di slang giovanili e dialettali, sarà la presenza costante di riferimenti musicali punk rock (vedi il titolo stesso del libro, che come tutti ben sanno alludeva alla dipartita di John Frusciante dai Red Hot Chili Peppers), o forse la purezza e la semplicità di una storia d’amore dove i due protagonisti si emozionano semplicemente stringendosi per mano (che di descrivere approcci più intimi per vendere più copie, ai tempi, forse non ce n’era bisogno): nessun altro romanzo giovanile ha lasciato un segno così importante nella letteratura italiana dal dopoguerra ad oggi. Ci ha provato Moccia, dieci anni dopo, con la sua melensa parabola di Step e Babi, ma cosa è rimasto ai posteri, se non qualche lucchetto arrugginito piazzato qua e là sui ponti e ai piedi dei lampioni da qualche adolescente – passatemi il francesismo – “rincoglionito”, per dirla alla Pino Scotto?

Ad essere proprio sinceri, Brizzi con Jack Frusciante non ha inventato l’acqua calda: il suo modo di approcciarsi alla scrittura è figlio della beat generation americana, il suo Alex è un po’ un giovane Holden della provincia emiliana, e il suo affresco della Bologna di vent’anni fa ha ereditato la lezione di un Tondelli, o di un Palandri. Il protagonista di “Boccalone”, con il suo disagio esistenziale e le sue arditissime architetture verbali, non è forse un Alex, oggi vent’anni più vecchio? Del resto Brizzi stesso li ha sempre citati fra i suoi maestri. Ma va bene così. Onestà intellettuale per un autore che – piaccia oppure no – ha lasciato una traccia inossidabile in una generazione di Girardenghi un po’ punk e un po’ sognatori. Nel 1994 eravamo indietro anni luce rispetto ai quasi ventenni di oggi: chissà se, nell’epoca della viralità, quell’amore platonico fra Aidi e Alex ci avrebbe emozionato allo stesso modo.

11 settembre 2014

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