IN BREVE Cosa: Mostra, “Il mito della Golden Age, da Vermeer a Rembrandt. Capolavori del Mauritshuis” Quando: 8 febbraio – 25 maggio 2014 Dove: Palazzo Fava, Bologna
La Ragazza con l’Orecchino di Perla, il capolavoro di Jan Vermeer, nell’epoca della globalizzazione attira fan come solo la Gioconda di Leonardo e L’Urlo di Munch sono in grado di fare. Si muove intorno a queste opere lo stesso tipo di trasporto e furore di massa che altrove è causato da un concerto dei Rolling Stones o dei Radiohead, o magari dall’uscita del nuovo iPad.
La mostra, “Il mito della Golden Age, da Vermeer a Rembrandt. Capolavori del Mauritshuis“, che sarà a Palazzo Fava dall’8 febbraio al 25 maggio 2014, è di straordinaria importanza. La Ragazza con l’Orecchino di Perla è chiaramente la star indiscussa, ma non sarà la sola. Vermeer ci sarà anche con Diana e le sue ninfe, e oltre a lui arriveranno Rembrandt, Frans Hals, Ter Borch, Claesz, Van Goyen, Van Honthorst, Hobbema, Van Ruisdael, Steen. Una grande occasione per la città di Bologna per portare attenzione alle sue iniziative in campo artistico, che non sono poche. La possibilità è fornita dal fatto che il Mauritshuis, il museo de L’Aja che di norma ospita la collezione, è in ristrutturazione, per cui la Ragazza e alcuni amici sono partiti per un tour mondiale che vede le Due Torri unica tappa europea.
Al momento la Ragazza, insieme ad altre 14 opere di Vermeer, è in mostra nella sede della Frick Collection a Manhattan, ultima tappa intercontinentale prima di giungere a Bologna. Ovunque, lei e il suo orecchino portano le luci della ribalta, fotografi e curiosi. La grande maggioranza di chi va a vedere l’opera-rock evidentemente non ha idea di quali altre opere siano esposte: trasportati dall’entusiasmo collettivo andiamo a vedere la famosa Ragazza con l’Orecchino di Perla, impareggiabile bellezza. Che poi molti non sappiano dire perché la Ragazza sia così bella, o addirittura magari non la trovino nemmeno particolarmente affascinante è un dettaglio, anche perché la Ragazza è bella.
Il fenomeno è arcinoto. L’attenzione tende a focalizzarsi dove c’è già. Don DeLillo ne ha dato una fantastica esemplificazione in Rumore Bianco, a proposito de La Stalla più Fotografata d’America: “Noi non siamo qui per cogliere un’immagine, ma per perpetuarla. Ogni foto rinforza l’aura. […]Trovarsi qui è una sorta di resa spirituale. Vediamo solamente quello che vedono gli altri. Le migliaia di persone che sono state qui in passato, quelle che verranno in futuro. Abbiamo acconsentito a partecipare di una percezione collettiva. Ciò dà letteralmente colore alla nostra visione. Un’esperienza religiosa, in un certo senso, come ogni forma di turismo.” Certo, resta che La Ragazza con l’Orecchino di Perla non è una stalla: allora speriamo che più gente possibile, trasportata dalla fiumana, riesca a guardarla davvero.