Vasco Live Kom 013: il report dal Dallara

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Dopo 2 anni di assenza dai palchi il Blasco accende le date bolognesi, tutte Sold-Out

 

Vasco-live-kom013 post01Chi: Vasco Rossi
Cosa:
Live Kom 013 tour, concerto a Bologna – la recensione
Quando: 23 giugno
Dove: stadio Dallara

di Francesca Bartoli

 

Ci sono concerti in cui vai per passione, ce ne sono altri in cui partecipi per accompagnare qualcuno a cui vuoi bene, altri ancora in cui capiti per caso e magari scopri un mondo o a volte passi semplicemente un’ora di tempo. Poi ci sono concerti…

Dopo 2 anni di assenza dai palchi il Blasco accende le date bolognesi, tutte Sold-Out

 

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IN BREVE Chi: Vasco Rossi  Cosa: Live Kom 013 tour, concerto a Bologna – la recensione  Quando: 23 giugno  Dove: stadio Dallara

 

di Francesca Bartoli

 

Ci sono concerti in cui vai per passione, ce ne sono altri in cui partecipi per accompagnare qualcuno a cui vuoi bene, altri ancora in cui capiti per caso e magari scopri un mondo o a volte passi semplicemente un’ora di tempo. Poi ci sono concerti che fanno parte di quella categoria di cose da fare assolutamente almeno una volta nella vita. Il concerto del 23 giugno appartiene a quest’ ultima. Non importa se sei un fan sfegatato, un semplice ammiratore o se come me le canzoni di quel signore di Zocca che dalla vita sembra aver avuto troppo di tutto, nel bene e nel male, in qualche modo ti hanno solo attraversato, il suo live è un evento anche per “profani”. Perché il concerto di Vasco Rossi è un rito collettivo, un rituale pagano. Te ne accorgi dal caos di auto parcheggiate ovunque, dai gruppi di persone di tutte le età bardate di t-shirt customizzate e larghe fasce colorate in fronte che invadano la città bolognese già dalla mattina, ma è soprattutto intuisci la potenza di questo artista, osannato e odiato, amato e criticato con la stessa forza, dal colpo d’occhio quando sali in curva: stadio pieno, quasi 40.000 corpi che ondeggiano al suono del dj set in un attesa sempre più eccitata e alimentata da due anni di attesa, quando nel 2011 il rocker emiliano dovette annullare il tour.

Quando il buio scende sullo stadio, le luci e gli schermi seguono le evoluzioni della musica, ecco Vasco: scarpe rosse, giubbotto da rock star e capello da ordinanza, più forte e determinato di prima, accanto a lui il trionfo di chitarre del fedelissimo Maurizio Solieri, detto “il toro del Giurassico”, e di Stef Burns, il basso potente di Claudio Golinelli, le impennate al sax di Andrea Innesto, le tastiere di Alberto Rocchetti (Il Lupo) e Frank Semola alla tromba, i cori di Clara Moroni e, last but not least, la rude e marmorea batteria di Matt Laug. 

Vasco urla L’uomo più semplice, ultimo singolo appena pubblicato, con la sua voce rotta, con quel graffio agrodolce che è il suo marchio di fabbrica, una voce comune nella quale ritrovarsi con assoluta familiarità, e che diventa la voce di tutti. Ai cori ci pensa il pubblico, li esegue alla perfezione, sapendo di essere parte fondamentale dello spettacolo. E il popolo di Vasco vale il prezzo del biglietto. Un’onda di energia che si espande, ti cattura e ti conquista.

Vasco va per la sua strada, e anche quando parla di guerra (Gli spari sopra) o di disfacimenti notturni, o ancora di sesso e viaggi spericolati, lo fa con la forza di un’istintiva appartenenza a un mondo di titubanti e poco soddisfatti cittadini del mondo. In fondo la sua poesia migliore la esprime quando descrive una vita da perdenti. “Siamo solo noi” è forse il più desolante e sincero inno della sconfitta generazionale. Non sarà certo un caso che il concerto esplode con “Vivere non è facile”, altro strano controinno in cui la libertà si misura tra le storie della porta accanto e nel confronto tra chi eravamo, chi siamo, e chi vorremmo essere.

L’appuntamento è un rituale imperdibile perché tutto quello che Vasco canta, nel bene e nel male, piaccia o meno, è qualcosa che ha vissuto in prima persona, qualcosa che scavando dentro ti ritrovi ad avere provato. Il concerto è un monumentale autoritratto in cui il protagonista è lui, ma sempre diretto, semplice, un fratello maggiore che sta al centro di un grande abbraccio collettivo. Vasco è “contro” a suo modo, è uno “che dice no”, come un eterno oppositore della vita quotidiana, il cantastorie di un mondo alternativo per discendenza e per vocazione genetica. E al suono dell’ultimo brano, l’immancabile Albachiara, attorno a me scorgo occhi lucidi. Il rito catartico si è compiuto anche nel ventunesimo secolo, il suo sacerdote saluta e ti accorgi che la verità sulla magia di questo show infondo “non l’hai mica capita” ed è proprio questo che forse fa di Vasco ancora il miglior illusionista.

Un ringraziamento gli amici di Studio’s.

Vasco Rossi, la scaletta del tour Live Kom 2013

L’uomo più semplice
Sei pazza di me
Non sei quella che eri
Starò meglio di così
Domenica lunatica
Come stai
Quanti anni hai
Siamo soli
Ogni volta
Manifesto Futurista Della Nuova Umanità
[Interludio 2013]
C’è chi dice no
Gli spari sopra
Stupendo
Non l’hai mica capito
Eh già
Medley: Rewind, Gioca con me, Delusa, Mi si escludeva, Asilo Republic
Canzone
Vivere non è facile
I soliti
Siamo solo noi
Sally
Un senso
Vita spericolata
Albachiara

 

02 luglio 2013

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