CHI: FUTURE FILM FESTIVAL-FFF 2022 COSA: Futuro e Retrofuturo DOVE: Bologna, vari luoghi QUANDO: fino al 25 settembre TICKET E INFO: Bologna Welcome, Biglietteria Cinema Lumière, Biglietteria Cinema Arlecchino futurefilmfestival.it Immagine: Inu-Oh
Arriva l’autunno a Bologna e con esso il suo primo festival. Un festival storico, che parla di cinema e di animazione, guardando per statuto al futuro, ma anche a quanto possiamo chiamare amichevolmente “retrofuturo”. Ma andiamo con calma e in ordine.
Il 21 settembre ha inaugurato la ventiduesima edizione del FFF ovvero il Future Film Festival, che continuerà fino al 25 settembre su Bologna. Breve pausa per poi, novità di questa edizione, dal 30 settembre al 2 ottobre si sposterà in quel di Modena.
Gli spazi bolognesi che ospitano il rientro in grande stile di quella che è la prima manifestazione internazionale dedicata al denso territorio che intrama il cinema d’animazione a effetti visivi, realtà virtuale, realtà aumentata, gaming e media arts sono ben sei.
Chi vorrà seguire il programma in questo fine settimana si muoverà dal Cinema Arlecchino alla Cineteca di Bologna-Sala Mastroianni al Museo Internazionale e Biblioteca della Musica a Sala Borsa e poi IAAD e MamBo.
Come si può intuire, le diramazioni del festival non rispondono solo al dettato cinematografico, ma cercano di dare conto complessivamente al tema di questa edizione, che è dedicata al “retrofuturo”. Il futuro visto dal passato è al centro di praticamente tutto quanto l’edizione 2022 del FFF propone.
«Abbiamo scelto un argomento ricco di sfaccettature» ha affermato Giulietta Fara, Direttrice artistica e coecreatrice del FFF. «All’interno del movimento retrofuturista, che abbraccia prevalentemente gli anni 50 e 60, abbiamo privilegiato i decenni successivi (70 e 80), carichi di timori e distopie, ma anche portatori di una rinnovata ingenuità. È un punto di partenza per riflettere sul presente e sul futuro che stiamo immaginando e costruendo.»
A testimonianza di questo, troviamo prima di tutto la programmazione cinematografica con 13 lungometraggi (in concorso) e 31 cortometraggi provenienti da Cina e Giappone, certamente, ma anche da Italia, Francia, Belgio, Portogallo, Svizzera e poi da Messico, Stati Uniti e Algeria.
Se per conoscere la programmazione di tutti i lungometraggi il suggerimento è di consultare il programma on line (www.futurefilmfestival.it), visto che alcuni sono previsti in replica, per i cortometraggi la scelta è obbligata. Per loro solo una proiezione sulle tre che avverranno il 23, il 24 e il 25 settembre alle ore 20 in piazzetta Pasolini. Deltto altrimenti: i corti scelti per ogni proiezione non verranno replicati nelle altre.
Fra le cose ahimè oramai irrecuperabili, il FFF 2022 ha proposto lo stupefacente anime Battlecry. Opera del solo Yanakaya, descrive un Giappone anni Ottanta, ma alternativo. In questo che è a tutti gli effetti un retrofuturo, la nazione asiatica è oppressa dal Golden Monkey, una droga che procura forza sconfinata, ma trasformando chi la usa in una specie di marionetta pronta per essere sacrificata in un conflitto armato. La protagonista Haya, cercherà di porre fine a questa tragedia scoprendo i colpevoli e distruggendo la sostanza.
Se la trama può ricordare mille e mille altre opere SF, a colpire è lo stile. Yanakaya utilizza in questo lavoro una animazione computer 3D da lui stesso realizzata, il cui debito è certamente verso i videogame di fine Novecento.
Letteralmente di tutt’altro segno è l’imperdibile Metamorfosi (sabato 24 settembre, h. 19.30, cinema Arlecchino), opera del regista Michele Fasano e di Elena Brighetti, art director e character design. Film difficile da riassumere in poche righe, ma carico di una poetica visiva e non solo di grande raffinatezza, è ispirato a La conferenza degli uccelli, poema immaginifico oltre che potentemente metaforico, scritto dal poeta persianoFarid-Al Din ‘Attar nel XIII secolo. A introdurre il film, saranno i due realizzatori.
Domenica 25 settembre, ultimo giorno a Bologna del FFF 2022, spiccano altri due titoli.
Sempre all’Arlecchino, in inizio di serata (h.18), Les voisins des mes voisins sont mes voisins. È una animazione proveniente dalla Francia e firmata da Anne-Laure Daffis e Léo Marchand. Il titolo tradotto in italiano suona all’incirca “I vicini dei miei vicini sono i miei vicini”. Una variante positiva del proverbio italiano “Il nemico del mio nemico è mio amico” insomma.
L’azione si svolge in un condominio, i cui abitanti sono orchi e maghi, così come anziani ed escursionisti.
Il bello è che ogni inquilino condivide gioie e patimenti dei vicini, in una ronde apparentemente senza fine ed estremamente delicata nello sviluppo dei caratteri di ogni personaggio.
L’altro film da non perdere è Inu-Oh. Già anticipato giovedì insieme a una interessante tavola rotonda (Inu-Oh: dallo Heike monogatari al Rock), viene proposto in replica alle h. 20 presso Sala Mastroianni della Cineteca.
Uscito all’estero nel 2021, è l’ultima opera in ordine di tempo di Masaaki Yuasa, che qualcuno ricorda per Devilman crybaby. Yuasa ha ripreso da un saggio la figura del suo character. Questo Inu-Oh, un ragazzino che pare sia realmente esistito nel Trecento in Giappone, aveva fattezze talmente “distorte” da portare gli abitanti del suo villaggio a coprirne interamente il corpo con indumenti e il volto con una maschera.
Ma cosa accade quando Inu-Oh incontra il cieco Tomona, suonatore di biwa?
Metafora di quanto l’impressione che ci rimandano fisicamente gli altri non sia per nulla infallibile, l’anime si avvale di un lavoro che si muove di capitolo in capitolo dallo stile figurativo a quello potentemente astratto.
Una nota e più di una visione merita, tra i fuori concorso, Neptune frost.
Presentato come un “sovversivo musical ruandese di ispirazione afrofuturista”, vede alla regia l’attrice e drammaturga Anisia Uzeyman con il rapper Saul Williams.
È la storia d’amore fra il minatore Neptune e l’intersessuale Matalusa, ambientata fra le colline selvagge del Burundi, ma anche in un mondo ultraterreno creato da rifiuti tecnologici.
I due protagonisti si fondono letteralmente, dando corpo a un collettivo di hacker anticolonialisti, il cui obiettivo è di rovesciare il regime che sta sfruttando le risorse naturali della regione.
Il racconto punta il dito contro quello che accade in buon parte del continente africano e contro una società ossessionata dalla tecnologia. A questo messaggio si intreccia l’idea di un futuro più positivo su cui vengono innestate le canzoni e le scene di danza sparse lungo il film.
Ma visto che il 2022 è anno di anniversari– i 45 di Star Wars, i 40 di Blade Runner e di ET, ma anche i 25 di Men in black (evvabbè) – FFF propone anche due retrospettive in tono.
La prima si intitola Retrofuturo, come l’edizione del Festival. Al suo interno, alcuni titoli imprescindibili che, visti su grande schermo, acquistano una potenza inimmaginabile rispetto ai device con cui ci trastulliamo.
Se Akira di Otomo resta inarrivabile a livello di concept visivo e narrativo, anche rispetto alla sua versione manga (peccato sia stato proposto solo la sera di mercoledì 21), non è da meno Blade Runner: The final cut (Sala Mastroianni, h. 22, 25 settembre). Di questo film e del come Ridley Scott lo abbia pensato e realizzato, si sa tutto e si è scritto di tutto. Non è una sorpresa per nessuno. Ma rivederlo su grande schermo è una esperienza senza pari, che permette di fare la tara all’immaginario SF e non solo che lo ha seguito. Rivederlo o anche vederlo per la prima volta, sia chiaro.
L’altra retrospettiva è dedicata al maestro della “nuova carne” David Cronemberg: David Cronember. La bellezza interiore.
Con i suoi quattro titoli, la si può definire soprattutto un omaggio sentito a questo regista, che riesce a “disturbarci” con ogni sua nuova opera. Un omaggio che ci ricorda sia stato coinvolto da HBO per la serializzazione del suo Scanners, pellicola del 1981.
Raggiungibile in Sala Mastroianni, l’ultimo dei quattro titoli in cartellone: eXistenZ: (ancora il 25 settembre, h. 18). Per Morandini questo è “forse il film più teorico” del regista canadese. Di certo uno dei punti di svolta nel suo ragionare estremo, nel suo inquadrare la nostra società contemporanea sotto una lente di assoluto pessimismo.
Le retrospettive non vi interessano? Allora potete visitare le due mostre create ad hoc per questa edizione del FFF e inserite in programma.
Al Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, trova spazio Anime Robot & Cyborg, excursus unico attraverso i disegni e i cel originali dei più importanti studi di animazione giapponesi. In mostra molti materiali provenienti dalla collezione privata di Alessandro Cavazza, che permettono di ammirare da vicino icone quali Goldrake, Conan, Gundam e molti altri.
Nel foyer del cinema Arlecchino è invece allestita Retro game experience, mostra di consolle retrogaming giocabili. Curata dall’associazione Bologna nerd, permette a quanti lo vogliano di cimentarsi con i giochi presenti nelle sale gioco (le famose Arcade) degli anni 80 e 90. Una mostra ludica a tutti gli effetti, che da la possibilità di confrontarsi sul come è mutato l’approccio ai giochi elettronici e non solo alla consolle.
Se amate il futuro, il fine settimana è apparecchiato. Consultate sempre il sito del FFF per altre info, location e per possibili variazioni di programma.