Cosa: PhMuseum Days 2021-A new beginning/Un nuovo inizio, Festival di fotografia contemporanea-Prima edizione Dove: DumBO, via Casarini 19, Bologna Quando: giovedì 23-domenica 26 settembre 2021 Orari: 17-22 (giovedì 23); 11-22 (venerdì 24-domenica 26) Info: info@phmuseum.com Biglietti: Intero € 10, under 25 € 6, weekend pass € 20 foto di copertina di Silvia Rossi
L’offerta festivaliera di Bologna è praticamente completa, almeno per quanto riguarda le arti e gli spettacoli. Forse mancava un festival dedicato alla fotografia, ma l’assenza viene colmata nel giro di pochi giorni. Proprio a Bologna, il 23 settembre alle ore 17, apre infatti i cancelli PhMuseum Days.
Si tratta della prima edizione di un festival interamente dedicato alla fotografia che ha intenzione di portare nel capoluogo emiliano il meglio della produzione fotografica contemporanea. A essere coinvolti fino al 26 settembre gli spazi del Binario centrale di DumBO, in via Casarini 19, piano terra e primo piano.
Curato e organizzato da PhMuseum, incubatore di talenti della fotografia, il festival propone un programma di notevole importanza e di discreta ampiezza. Due punti che indicano da subito come l’organizzazione pensi in maniera sovracontinentale e si proietti sulla scena internazionale con un progetto che vuole rendersi stanziale e replicabile annualmente.
Piattaforma online dedicata alla fotografia contemporanea, PhMuseum nasce nel 2012 creando uno spazio gratuito e accessibile da ogni luogo della Terra. Il suo intento è da sempre quello di promuovere la cultura visiva. Obiettivo che l’ha portata ad avere una community di 51mila fotografi raggiunti ogni anno da circa 600mila visitatori.
Dal 23 al 26 settembre con PhMuseum Days la piattaforma acquista matericità. Negli spazi di DumBO propone una nutrita serie di mostre, presentazioni, workshop, portfolio reviews, fiera del libro e performance che ruotano principalmente attorno al tema/titolo di questa prima edizione A new beginning/Un nuovo inizio. Titolo forse generico, ma che gli organizzatori, in primis il direttore del Festival Giuseppe Oliveiro, motivano attraverso un doppio binario. La ragione principale del tema riguarda il Festival direttamente, che «rappresenta l’alba di una nuova avventura per PhMuseum». La seconda, più sotterranea e quindi non immediatamente visibile, riguarda il «ragionare sul decennio appena iniziato e il come affrontare le importanti sfide che esso porterà quali uguaglianza, sostenibilità, giustizia sociale, innovazione e tecnologia». Comunque sia, la prima edizione del festival è stata ideata come un vero e proprio «playground per gli addetti ai lavori, ma anche come un momento di scoperta per chi desideri avvicinarsi alla fotografia e alle arti visive».
Passando al programma sono ben nove le mostre espositive (7 personali e 2 collettive) che riempiranno gli spazi del Binario centrale con quelle che Oliveiro definisce come «immagini provocatorie» a partire dalle 17 di giovedì 23 settembre fino alle 22 di domenica 26 settembre. Quasi tutte avranno la possibilità di essere fruite anche attraverso una visita guidata da parte degli autori.
Il 24 settembre si avrà questa possibilità per la personale dell’argentino Alejandro Chaskielberg (Natur-e, h. 12). Sabato 25 toccherà a Silvia Rosi (Encounter, h. 10.30), a francese Vasantha Yogananthan (Afterlife, h. 11.30), alla brasiliana Angelica Dass (Humanæ, h. 12.30).
Vengono esposti anche tre lavori selezionati fra gli oltre 700 candidati tramite la open call del Festival. I lavori sono quelli dell’inglese Samuel Fordham (C-R92BY; visita guidata venerdì 24, h. 11) della polacca Ligia Poplawska (Fading senses; visita guidata h. 11.30) e della ecuadoriana Fabiola Cedillo (Human).
Per quanto riguarda la collettiva A new beginning, che offrirà la proiezione dei lavori dei 43 fotografi finalisti dell’open call festivaliera, chiuderà la giornata del venerdì (h. 21.30).
In un fitto gioco di incastri, i fotografi saranno impegnati non solo con le loro personali, ma anche in alcuni talk che si preannunciano di grande interesse.
Partendo da venerdì 24 segnaliamo Silvia Rosi che dialoga con Black History Month Bologna su Identità e seconde generazioni in Italia (h. 15) e Ligia Poplawska che argomenterà attorno al tema Cosa succede se perdiamo i nostri sensi? (h. 14), mentre Angelica Dass (h. 19), presentando il suo progetto, parlerà de La fotografia come strumento di trasformazione sociale. Sabato 25, Samuel Fordham racconta invece la sua esperienza ai tempi della Brexit in Iperburocrazia e Skype Family (h. 14).
Tralasciando gli altri incontri, per cui si rimanda al sito del festival, immancabile e quasi prioritario ecco il portfolio review, che terrà banco sempre sabato 25.
In questo spazio sarà possibile per tutti i fotografi sottoporre i propri lavori a un gruppo di curatori, photo editor ed esperti del calibro di Emanuele Amighetti (Esquire), Matteo Balduzzi (MUFOCO), Chiara Bandino (Fonderia 20.9), Daniele De Luigi (Fondazione Modena Arti Visive), Laura De Marco (Spazio Labo’), Niccolò Fano e Francesca Marani (photo editor e giornalisti freelance), Renata Ferri (IO Donna), Sara Occhipinti (Studiofaganel), Tommaso Parrillo (Witty Books).
Il giorno di chiusura di PhMuseum Days, domenica 26, sarà dedicata quasi esclusivamente alle presentazioni di photo book, presenti nella ricca fiera del libro annessa, e alla visione dei lavori esposti.