Cosa: recensione del romanzo Tieni Ferma la tua Corona Autore: Yannick Haenel Edizione: Neri Pozza, 2017 Costo: 18 euro
Tieni Ferma la tua Corona ha una bella copertina porosa che accoglie e restituisce particelle, una copertina che ricorda, delle pagine che in modo piacevolmente percettibile incamerano l’umidità, un’impaginazione che scorre, per l’equilibrata disposizione del testo e per la scelta di Haenel di ripartire il suo romanzo in paragrafi brevi, ulteriormente suddivisi al loro interno, e ognuno con un suo titolo. È un libro pronto ad accogliere la vostra salsedine, o il sudore, o quel che vi pare.
Si apre su Herman Melville: il protagonista del romanzo, il parigino Jean Deichel, è l’autore di un’impossibile sceneggiatura dal titolo The Great Melville, che rispecchia così a fondo la follia e l’ossessione per il fallimento dello scrittore americano da essere sostanzialmente improponibile. Quasi improponibile, perché nel discorso entra subito Michael Cimino, autore prima in vetta con Il Cacciatore e poi meravigliosamente naufragato con I Cancelli del Cielo, spirito affine nel porre l’ossessione prima di ogni altra cosa. Nel libro trova spazio l’opera di Cimino e poi Cimino stesso. E tutto attorno ruotano i nomi di Coppola, Apocalypse Now, Marlon Brando, i riferimenti letterari reali o presunti che hanno gravitato attorno a loro, e gli incontri con altri “personaggi”, come Isabelle Huppert. Quella di integrare in un romanzo riferimenti cinematografici contemporanei è un’idea molto suggestiva che Haenel applica alla perfezione.
Tieni Ferma la tua Corona è un romanzo vero e proprio, con un protagonista romanticamente bukowskiano che nella negazione di alcun metodo insegue la bellezza, l’ideale, il sacrificio, il fregarsene delle cose che dovrebbe considerare importanti, e nell’ancorarsi alla realtà compone un’ode ai suoi antieroi. Dà corpo a un’atmosfera beat e a una riflessione su sé spietatamente autoindulgente, ricordando il Barney di Richler. La prosa di Deichel offre frasi ricercate, divertenti senza apparire forzatamente argute, comprime dialoghi in discorsi indiretti che racchiudono brani di quotidianità distillati dal fatalismo di Jean.
Nella trama orizzontale, il libro riesce a dare delle impressioni e poi rovesciarle, illuminando la natura contraddittoria del protagonista e inglobando temi – la cronaca del terrorismo, il lutto condiviso, le moderne epopee dei migranti e quelle raccontate da Cimino – senza mai forzare il tono. D’altra parte, Haenel sa quando l’accenno a una traccia narrativa può essere più forte del suo compimento, abbandona degli spunti consapevole del fatto che non può nascondersi una storia dietro ogni evento, e soprattutto che nessuno può conoscere per intero la storia che sta raccontando.
Insomma, Tieni Ferma la tua Corona è un libro che costruisce al meglio tutti i suoi strati, si lascia leggere con grande piacere e racchiude pensieri e riferimenti su cui tornare e da cui partire, il tutto con l’eleganza della migliore scrittura, che appare in ogni momento spontanea.