IN BREVE Chi: Gianfranco Nerozzi, Irene Robbins, Vonn Washington, Paolo Bucoli Cosa: Bloodyline redivivo Dove: CostArena, via Azzo Gardino 48 Quando: giovedì 16 maggio ore 21.30 Ingresso: gratuito Info: 351 5057704
Gianfranco Nerozzi è un narratore di genere. E non parliamo di noir o del suo cugino più tranquillo, il thriller, non parliamo cioè di generi che letterariamente riscuotono sempre un automatico consenso da parte del pubblico. Nerozzi frequenta, soprattutto e da sempre, un territorio limite, quello indicato come horror. Anche Bloodyline, ultima-non-ultima prova in ordine di tempo, conferma questa sua predilezione narrativa. Edito per la Ink nella collana Medical noir, il romanzo dell’autore bolognese (il suo trentottesimo) è in realtà qualcosa di simile a un reboot cinematografico, visto che porta in libreria una storia nata per pochi intimi (tutti ematologi) nel 2007.
Ma in questa sua nuova nascita Bloodyline non è solo un romanzo di carta e inchiostro. A supportarlo nella condizione di “redivivo” troviamo un vero show. Al suo interno alcuni brani tratti da Bloodyline vengono letti da Nerozzi on stage, sostenuto dal lavoro di tre musicisti.
Attenzione però a confonderlo con un semplice reading, Bloodyline redivivo è in assoluto uno spettacolo-performance dove testo e musiche di volta in volta si alternano e si compenetrano. Quindi a tutti gli effetti uno show, che arriva a Bologna oggi, alle ore 21.30, presso la sala teatro del CostArena, in via Azzo Gardino 48.
Potremmo anche definire Bloodyline redivivo come un vero e proprio concerto proprio perché sul palco insieme a Nerozzi trovano posto la pianista Irene Robbins, il bassista Vonn Washington e il violinista Paolo Buconi. I tre provengono da diversi ambiti musicali quali il jazz, il funky, la musica etnica e creano un mix sonoro estremamente originale che compenetra il testo e ne amplifica i passaggi narrativi.
Alla musica si aggiungono inoltre filmati, luci e scenografie, così da creare un live act che parte ineludibilmente dal romanzo di Nerozzi, ma da subito si fa autonomo.
Il romanzo
È comunque Bloodyline ad aver acceso l’idea dello show e a esserne la spina dorsale.
Come già detto, e come scrive lo stesso Nerozzi nell’introduzione, è un libro con più vite. Nasce nel 2007 per la casa editrice Carocci, che voleva un romanzo da regalare ai più importanti ematologi italiani al cui interno presentasse un collegamento con un farmaco per la cura dell’emofilia. Anni dopo viene ripreso dalla Mezzotins per una edizione digitale, ma la casa editrice ha vita breve e la distribuzione praticamente non parte.
Un romanzo che hanno avuto la possibilità di leggere in pochi, quindi. Ora, grazie alla collana diretta da Danilo Arona ed Edoardo Rosati. due fra i migliori editor del fantastico in Italia, per Bloodyline si apre finalmente la strada delle librerie.
Ambientato fra 2012 e 2013, Bloodyline ha come protagonista Alessio, undicenne figlio di un commissario della Questura di Bologna, affetto da emofilia e dalla tragica perdita della madre in un incidente automobilistico.
Durante una crisi emorragica il ragazzino ha la visione di una donna uccisa in modo terribile da mani sconosciute. A questa visione se ne aggiungono molte altre nel corso del tempo. Tutte si rivelano precognitive di quanto avverrà. La ridda di omicidi toglie la pace ad Alessio, che già si percepiva diverso dagli altri ragazzi perché doveva stare “attentino”, evitare di ferirsi, anche solo di graffiarsi. Sarà suo padre Salvo che, andando a investigare su queste orribili morti, permetterà al figlio di ritrovare una pace interiore facendogli scoprire chi si cela dietro il Mostro di Sangue soprannominato Contagocce.
Al netto delle indagini che compie proprio il padre di Alessio, tutto Bloodyline risponde a quanto ci si deve attendere da un romanzo di genere horror, virato in chiave contemporanea. Quindi nessuna presenza ancestrale, quanto un concretissimo lavoro sulla realtà che passa attraverso la puntuale citazione di alcuni farmaci per combattere l’emofilia, la descrizioni di luoghi e soprattutto la grande capacità di organizzare la psicologia dei personaggi nella resa su pagina delle loro azioni e dei loro pensieri.
Anche così qualche lettore potrebbe continuare a vedere Bloodyline come un thriller, forse solo un po’ più cupo rispetto ad altri. Sarebbe tutto corretto, se non che alcuni elementi rimandano apertamente a Stephen King, uno dei maestri riconosciuti dell’horror contemporaneo. E questo avviene non solo per giusti omaggi dichiarati fin da subito (attenzione all’incipit), ma anche per la cura con cui Nerozzi crea descrizioni emotive in modo perfettamente funzionale rispetto alle psicologie dei personaggi. Tutto rimanda con determinazione a un cotè esplicitamente horror. Poi, ancora, l’hotel del Pellegrino dove Alessio e Salvo trovano un pericoloso rifugio è a tutti gli effetti l’Overlook hotel di Shining, comprensivo di labirinto. In ultimo, la figura del personaggio principale, questo undicenne su cui grava non solo un dolore fisico ma anche un dolore morale, non sfigurerebbe nella galleria di ragazzini e adolescenti tratteggiati negli anni da King.
Tutto ciò non trasforma Bloodyline né in un thriller né in un calco kinghiano. Perché Nerozzi sa bene dove il prestito si deve trasformare in ispirazione personale, dove quindi la paura non può che essere un prodotto del proprio inconscio per dimostrarsi credibile, per far sì che il lettore arrivi fino all’ultima pagina con la voglia di scoprire chi o cosa rappresenta il Male e come lo si sconfigge.