IN BREVE Cosa: presentazione del volume Coordinate per la crudeltà, di Fabrizio Lombardo Dove: Dandy caffè letterario, via della Grada 4/E Bologna Quando: 21 novembre 2018 ore 18.30 Ingresso: gratuito
Affidarsi alla poesia è un tentativo per non chiudere gli occhi di fronte alla realtà, tanto solitaria quanto corale, nella consapevolezza che le azioni di ciascuno abbiano delle conseguenze anche sui «volti che non tornano» indietro, specie se amati. Sono settantacinque le Coordinate per la crudeltà di Fabrizio Lombardo, edite da Rosada con la prefazione di Caterina Serra e una nota in versi di Gian Mario Villalta.
Tira un vento freddo tra le pagine della raccolta – che viene presentata dall’autore con Vito M. Bonito a Bologna, negli spazi di Dandy, in via della Grada 4/E, il prossimo mercoledì 21 novembre alle 18.30 – quasi la temperatura corporea si abbassasse con il passare degli anni, quasi si procedesse per sottrazione e non ci fosse modo di recuperare giornate ancora autentiche «Se non quest’ombra in disparte, che scrive, che resiste, nascosta tra le costole e il cuore».
Le parole di Lombardo si fermano sul foglio come un atto di resistenza, alla maniera di Roberto Roversi, per non rassegnarsi a trattenere solo l’inizio e la fine di ogni rapporto. Pare che il tempo lo condanni ad allontanarsi – «l’eco della porta che si chiude» – a dividersi tra la percezione che ha di sé e quella da sostenere in mezzo agli altri, quando non si vuole soccombere alle aspettative altrui che si fanno sempre più pesanti. Allora «prova a spargere sale sui giorni», a risalire il traffico delle lancette, sotto una pioggia di minuti, come opponendosi all’immobilismo gelido di una nevicata e all’auto che sbanda lungo l’A14 pur stringendo il volante tra le mani. La via d’uscita «sta sul bordo di una eclissi che tarda ad arrivare», sta nell’accettare i propri limiti volgendoli a proprio vantaggio, nella «traccia curva lasciata dalla luce» di fronte al buio del casello.
È scomoda la poesia di Lombardo, non mette il lettore a suo agio, non asseconda una metrica prestabilita se non dettata da un motivo, da un’accentazione necessaria. Dietro il suo sforzo linguistico c’è l’ostinazione di chi mantiene uno sguardo onesto sulla scena nonostante l’impotenza di sentirsi complice e la visuale ridotta di una vetrina. Scrive che occorre «stimare il danno», sebbene faccia male, e dire le cose come stanno. Così dalle False partenze personali della prima sezione l’autore giunge a un Retail universale nelle ultime poesie. Il poeta si mette nei panni di chi verrà dopo di lui, mentre osserva il figlio che studia, che si prepara alla crudeltà dei rapporti di causa ed effetto. E sul finire, a proposito di generazioni, esorta i colleghi che si sono fatti dominare dal «monopolio di mercato» a passare la mano, per quanto allettante, «invece di barare».
Durante la presentazione, gli intermezzi musicali saranno curati dal chitarrista jazz Emiliano Invidia.