Cosa: presentazione Chi: Andrea Pazienza – Pippo, antologia psicotropa Mondadori Oscar Ink Quando: oggi [5 luglio] ore 18.00 Dove: Libreria Feltrinelli, piazza Ravegnana
Il 16 giugno 1988 Andrea Pazienza lascia questo mondo per ritirarsi in una dimensione altra, che da allora fa rima con ricordo.
Trent’anni dopo, per questo tristo anniversario, Mondadori Oscar Ink fa uscire un volume celebrativo, che raccoglie vignette, illustrazioni, storie e sturiellet “tossiche” del Paz: Pippo, antologia psicotropa (pp. 176, 24 €). Stupendo non in quanto volume, ma perché stupende sono al solito le trovate grottesche, comiche, assurdamente reali con cui l’artista pugliese riesce a inzeppare anche una sola tavola di fumetto. Un talento innato, Pazienza, a detta di tutti quelli che lo hanno incontrato, di quelli che hanno letto solo i suoi lavori e, sicuramente, di quelli che lo hanno iniziato a leggere (o che lo leggeranno) a partire da qui, da questo volume, in questo trentennale festeggiato senza di lui.
Un pelo fuori tempo – incastrato fra l’apertura della mostra di 120 tavole originali, avvenuta il 25 maggio, che l’ARF Festival ha organizzato al Mattatoio di Roma e che chiude il prossimo 15 luglio – anche Bologna festeggia pur sommessamente questo artista. Anche perché è proprio sotto le due torri, che Pazienza ha iniziato a scalare le vette della sua fama.
Lo fa oggi alle ore 18, presso la libreria Feltrinelli di piazza Ravegnana, con un piccolo manipolo di persone che lo hanno conosciuto o che ne sono state influenzate, più o meno direttamente. A parlare proprio di Pippo, antologia psicotropa, e quindi di tutto l’universo creativo e umano di Andrea Pazienza, ci saranno Nicola Corona, Gianluca Morozzi, Michele Pazienza e Fernando Pellerano.
Perché proprio il personaggio di Pippo rappresenta così bene Pazienza? A mio avviso, non tanto perché è rappresentato come uno sballato, quanto per il suo essere fuori sincrono con il mondo intero, cioè assolutamente fuori dalla concezione di normale atteggiamento verso di esso, pur agendo al suo interno. Pazienza andava oltre, come fanno notare i testi inseriti nel volume e firmati da Enrico De Notaris e Guido Piccoli più l’introduzione di Luca Raffaelli. Nulla di quanto per gli altri fosse “assurdo” lo era per questo artista. E, si sa, «gli artisti grandi ci mostrano aspetti e punti di vista della realtà inimmaginabili, sconosciuti».
Questa asincronicità accomuna, credo, Pippo a Pazienza. Poi, sì, e lo dimostra ogni pagina di questo libro, c’è la “roba”, la fattanza, il vivere sotto la di lei dittatura. Ma anche la droga è vista come un perenne scherzo, un perenne autoprendersi per i fondelli, una noncuranza assoluta sugli effetti negativi.
Ne offrono un ottimo documento le scenette improvvisate, che Guido Piccoli ha riversato nel cd audio allegato al volume dove Pazienza, da solo o in compagnia di due suoi sodali, drammatizza (meglio sarebbe dire “comicizza”) alcune sue storie a fumetti. L’apoteosi viene raggiunta in Questa è malva!, radio-dramma a tre voci sulla fregatura rifilata a tre tossici da uno spacciatore.
È comunque così in tutto il volume, che raccoglie anche alcune fra le vignette più belle di Paz sparse su riviste come “Il Male” o “Frizzer” e altrove (qui il libro pecca, non segnalandone la provenienza), quelle in cui essenzialità della battuta e fluidità del tratto divengono una cosa sola. Due esempi per tutti: la madre che ammette come il figlio si faccia “le mele”; l’impasticcato che passa tutta la notte a riflettere su un murales che “sembra viola”, scoprendo solo al mattino che, effettivamente, lo è.