IN BREVE Chi: Zerocalcare Cosa: Macerie prime, graphic novel edito da Bao publishing Quando: dal 14 novembre Dove: librerie e fumetterie
Cento persone, la mattina, avevano ritirato il biglietto per il firmacopie di Zerocalcare, in tour con il suo ultimo libro Macerie prime (Bao Publishing, pp. 187, € 17), e nel pomeriggio si erano messi buoni ad aspettare, regola aurea del fan. «Noi abbiamo il numero 89 e adesso hanno chiamato dall’11 al 20», ci ha detto una ragazza, anche lei diligentemente in fila per l’autografo. Erano già le 16, aveva iniziato dalle 15, la presentazione fissata per le 18. «Per ogni libro Zero ci mette cinque-sette minuti, disegno e firma» ha aggiunto la ragazza. Insomma, un’oretta ogni dieci numeri. Ho immaginato il polso di Michele Rech, per tutti Zerocalcare, alla fine della giornata, subito dopo ho pensato se un simile accollo entra o meno a far parte del “sistema di accolli” di cui si fa carico.
Per chi non lo sapesse l’accollo è per l’autore romano – in linea temporale una delle ultime, vere star del fumetto in Italia – metafora del pacco, dell’impegno oneroso cui si è impossibilitati a dir di no. Per militanza stretta, perché lo si è già fatto e quindi…, perché quando si sono spese energie a sostenere una causa, sei sempre per quella causa, non ti puoi tirare indietro. Come recita una voce telefonica quasi all’inizio di Macerie prime: «Mica ti puoi prendere solo la parte buona, per una causa ti devi pure turare il naso, ogni tanto. Qui non si parla di te, ma di ciò che è meglio per tutti». Quindi “sacrificio e abnegazione” prima che possibilità di negarsi a un impegno gravoso, almeno una volta ogni tanto. E tutto perché a muovere il personaggio Zerocalcare (e l’autore Zerocalcare) sarebbe “la più nobile delle motivazioni”, ovvero il senso di colpa. La fortuna che lo ha baciato in questi dieci anni di attività nel campo del fumetto, sembra quindi aver creato una profonda impossibilità a discernere fra obbligo e dovere.
È un segno di crisi che Zerocalcare inserisce nelle sue storie, sempre ricche di un autobiografismo esploso e allucinatorio, almeno dal 2015, da L’elenco telefonico degli accolli. O forse è il segnale di una coscienza critica sempre più acuta, attraverso cui l’autore comprende come lo sposare ogni giorno una nuova causa, svilisca la causa e se stessi.
In Macerie prime, uscito da pochissimo con una tiratura epocale di centomila copie, l’accollo diventa però il pretesto narrativo necessario per resettare, meglio, per aggiornare l’universo dei personaggi che appaiono nei suoi libri. Compreso se stesso. Aggiornare all’oggi la banda di amici presenti nel suo universo relazionale, così che non si cristallizzino in figure bidimensionali, impossibilitate a evolvere.
Intuizione più che corretta, ma rischiosa. La crescita dei personaggi e il loro mutamento fisico ed esistenziale, comporta infatti l’abbandono di elementi narrativi riconoscibili da tutti gli appassionati estimatori di Calcare. La ripetizione, si sa, paga in termini di fidelizzazione. D’altro canto, se l’autore non vuole trovarsi totalmente imprigionato nella stanca coazione a ripetersi di un racconto dove gag, pensieri e azioni rimandano a se stesse, questa è l’unica strada da percorrere.
Così Cinghiale, il millantatore di scopate, finisce per sposarsi e aspettare un figlio dalla propria compagna. E al suo matrimonio, ecco Zero, Sara, Katjia, Deprecabile e Secco ritrovarsi per un progetto: un bando che potrebbe dare lavoro, se accolto. In realtà è l’inizio di un viaggio allegorico nel modo di percepire il mondo, mentre il gruppo di amici diventa l’espressione delle difficoltà a viversi, a ritrovarsi in qualcosa di totalmente alieno alla cameretta dove si riunivano a vedere il cartoni di Holly e Benji.
I loro talenti inespressi diventano la crisi rabbiosa di un universo generazionale. Sono pronti a martoriare l’amico, ma non a capire le motivazioni che accendono la propria furia. Probabile stiano nel metaforico racconto parallelo, a cavallo fra postapocalisse e mistery, di cui non conosciamo evoluzione e finale. Questo perché fra sei mesi uscirà la seconda parte di Macerie prime. Un racconto, identico per foliazione, dove ogni cosa dovrebbe trovare il suo posto.
Per ora Zerocalcare perde la sua coscienza, perde il suo fedele Armadillo. Al suo posto ecco arrivare il panda, animale egoista, che può mangiare quel che vuole ma no, preferisce nutrirsi solo di bambù. In altre parole: pensa solo a se stesso, egoisticamente. È questo il destino di Calcare? Questo risolverà la sua crisi, causata dagli accolli indigesti? La risoluzione, piaccia o meno, troverà spazio nella seconda parte della storia, inevitabilmente. Attendete, gente, attendete.