Dieci anni a fumetti: orientarsi tra le mostre

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IN BREVE Cosa: BilBOlBul, decima edizione, festival internazionale di fumetto Dove: Bologna, luoghi vari Quando: dal 24 al 27 novembre 2016. Inaugurazione di diverse mostre aperte anche nel periodo successivo al Festival Immagine: Gipi, La terra dei figli Infobilbolbul.net

Raccontare il programma di BilBOlBul, Festival internazionale del fumetto creato e organizzato da Hamelin associazione culturale, è sempre stato un’impresa epocale. Tante e tante sono le presenze di autori, che si traducono in mostre (siano ufficiali e non, in e off), le presentazioni, le conferenze, i laboratori da non permettere una comunicazione esaustiva. Lo sanno anche gli organizzatori. “Siamo riusciti a fare un comunicato più breve” commenta infatti Emilio Varrà portavoce di Hamelin. “Ne abbiamo sfornato uno di solo cinque pagine contro le otto, dieci delle scorse edizioni. Insomma, si matura in tutti i sensi”. Ma la mole di appuntamenti resta così alta e densa da suggerire a tutti gli interessati alle opportunità offerte dal Festival di procurarsi il librettino-programma – quest’anno impreziosito da una immagine di Marco Corona, oppure di controllarlo o scaricarlo qui.

A sfogliarlo si hanno delle conferme. Prima fra tutte come per la sua decima edizione BilBOlBul riunisca, ancora una volta e sempre in maniera che ha del miracoloso, le molte anime del fumetto, della grafica e dell’illustrazione. Anime che possiamo dividere in tradizionaliste e innovative, o in appartenenti al passato, al presente e al prossimo futuro. Tutte però capaci di convivere e dialogare all’interno di una cornice forte quanto elastica qual è il festival, questo Festival, pronto a vivacizzare luoghi istituzionali e non della città di Bologna dal prossimo 24 fino al 27 novembre, anche se molte cose sono già partite con le attività del prefestival.

Da non dimenticare che BilBOlBul 2016 celebra non solo se stesso, ma un modo di intendere il e ragionare sul fumetto. Nove edizioni vissute sempre sugli scudi portano cioè a questa decima, che possiamo definire come la summa di quanto fatto fino a ora. Non tanto il riassunto, ma il cogliere proprio le apicalità di quest’arte. Sarà per questo che il Festival pare compiere un passo di lato, dopo due edizioni tese a lavorare intensamente sul cosa significhi oggi fumetto, cosa possa stare sotto questo termine ombrello. BilBOLBul 2016 sembra infatti ritrovare una visione più classicamente stereoscopica. Senza perdere la posizione conquistata di osservatorio puntale e di laboratorio aperto alle novità né la prassi a una storicizzazione e al recupero per quanto riguarda l’opera di autori italiani che hanno fatto grande quest’arte, pare cercare una maggiore armonia fra le parti.

PRESENZE

Il Festival perciò continua a indagare sull’evoluzione del fumetto e a “ficcare il naso” nel suo passato, nei suoi passati perché “le forme più innovative del fumetto dell’ultimo decennio, molto spesso recuperano sperimentazioni dei primi del Novecento”. Un filo rosso che quest’anno offre la possibilità di incontrare un autore importantissimo, attivo da fine anni Ottanta, quale è l’americano Chris Ware. “Ci sono autori che segnano con la loro opera un discrimine, un prima e un dopo. È stato così per Spiegelman o per Pratt, così è per Ware” dice Varrà, sottolineandone la valenza di autore dalla “seduzione estetica” immediata e al contempo cerebrale nella costruzione delle storie. Una occasione rara, visto che “Ware non si concede molto”. Altrettanto importante la presenza di David Wiener (leggi qui), altro grande autore americano attivo nel campo del libro per l’infanzia, capace di interpretare con maestria il rapporto che lega illustrazione a cinema nei suoi lavori.

Fra le presenze italiane, graditissima quella di Renato Queirolo e Anna Brandoli, coppia inscindibile del fumetto, antesignana negli anni Ottanta di un modo di creare storie poi diventato uso comune nel graphic novel contemporaneo. Da una riscoperta al desiderio di valorizzare alcuni autori italiani. È il caso di Marco Corona, “grandissimo artista, grandissimo narratore” lo definisce Varrà, precisando “non semplice” e “molto lontano da quelli che possono essere generi e mode correnti”. Già attiva da fine anni Novanta, è sicuramente fra quegli autori che “hanno un grande valore artistico, ma che per vari motivi non hanno una meritata diffusione”.

Ancora illustrazione, ancora autori per i più piccoli (il mai dimenticato pubblico di domani), è quanto offre il lavoro di Yoshiko Noda alias Yocci, giapponese specializzatasi all’Accademia di Belle arti sempre pronta a fare dello stupore e del nonsense le sue bandiere.

MOSTRE, MOSTRE, MOSTRE

A ognuno di questi autori, oltre a workshop, incontri col pubblico e tavole rotonde, BilBOlBul 2016 dedica almeno una esposizione corposa.

Chris Ware viene ospitato con Il palazzo della memoria, sua prima personale italiana, negli spazi della Fondazione del Monte in via delle Donzelle 2 (26 novembre-7 gennaio). Alla mostra si collega il libro omonimo pubblicato per l’occasione da Coconino press; non un graphic novel, ma una raccolta di scritti dell’autore, due lunghe interviste e altro ancora. A Marco Corona si aprono invece le porte della Pinacoteca nazionale in via Belle Arti 56 per una grande retrospettiva su tutto il suo lavoro di illustratore e fumettista: Il canguro pugilatore (24 nov-18 dic). Se subito dopo si entra al civico 54, quello dell’Accademia di Belle arti, ci si trova davanti a un’altra notevole retrospettiva. Si intitola L’arcobaleno e il nero (25 nov-20 gen) ed è dedicata al lavoro di Brandoli e Queirolo, padroni di una forza espressionista del disegno e di una lingua sapiente per quanto la sceneggiatura, entrambi assolutamente odierni.

Ancora. CorrainiMambo Artbookshop – Foyer Mambo, in via don Minzoni 14, ospita la mostra Il re della torta di carote e altre storie di Yocci, panoramica che percorre dieci anni di invenzioni grafiche e narrative di questa autrice da poco uscita con tre libretti dedicati a questo personaggio proprio per i tipi di Corraini.

Squadro esporrà (25 nov-10 dic) circa duecento tavole de La terra dei figli (Coconino press), ultimo, distopico romanzo grafico in bianco e nero creato da Gipi. Nell’occasione realizzerà una serie di serigrafie originali a tiratura limitata.

Tuono Pettinato occuperà invece Adiacenze con il suo Car’odiario (25 nov-10 dic) e vi farà parlare scritti, disegni e altro ancora attorno a un sentimento tremendo e vituperato qual è l’odio. Sentimento a cui l’autore ha dedicato recentemente un volume, L’odiario, pubblicato da GRRRz.

Altra mostra da segnalare (in ultimo, ma non l’ultima) è I segni addosso, personale di Elena Guidolin presso Ram Hotel (25 nov-7 dic). Anche qui un tratto in bianco e nero di grande potenza espressionista, con un deciso debito verso Andrea Bruno (presente quest’anno solo per le dediche in Sala Borsa il 26 nov alle 11), che si sposa perfettamente col tema trattato, quello della tortura.

Ci sarebbe ancora da parlare di Matthias Lehman, autore francese che propone un progetto originale collegato alla creazione di manifesti, realizzato da BilBOlBul con Cheap on Board. Ci sarebbe da dire di Laurent Moreau, altro francese, altro illustratore per l’infanzia, coloratissimo dal tratto affascinante pubblicato in Italia da Orecchio Acerbo (un libro per tutti, La mia famiglia selvaggia, uscito da noi nel 2014). A lui per questa decima edizione è stato recapitato l’invito a “illustrare” una camera dell’albergo Al cappello rosso.

Ci sarebbe da parlare delle 24 mostre OFF, delle tavole rotonde, dei workshop e via elencando.

Ci sarebbe da delineare la mostra mercato di autoproduzioni internazionali BBBZine accasata dal 26 al 27 novembre nella piazza coperta della Biblioteca Salaborsa. Piazza intitolata a Umberto Eco, uno che i fumetti li amava e li sapeva leggere e dar loro la giusta importanza.

Ci sarebbe da dire che oltre a BilBOlBul compie dieci anni una casa editrice che tanto fa per il fumetto inteso come impegno civile ovvero Becco Giallo. Casa editrice che si festeggia con il documentario Uccellacci! di Ciaj Rocchi e Matteo Demonte, proiettato a Kinodromo il 22 novembre alle 19. Impossibile, lo spazio è agli sgoccioli.

Ci sarebbe da dire delle tante altre cose belle che ancora riesce a proporre un Festival sul fumetto qual è BilBOlBul ai sui dieci anni. Segno di una forza espressiva e immaginativa che può sì conoscere rallentamenti, ma non stasi. Ci sarebbe da dire, ma lo spazio termina qui. Si chiude come si è aperto, con l’invito a cercare il programma e a immergersi completamente in una quattro giorni di immagini disegnate, capaci di raccontare storie.

21 novembre 2016

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