Facing Histories è la mostra di Yumi Karasumaru dedicata a Hiroshima
Cosa: Facing Histories, di Yumi Karasumaru
Quando: dal 6 agosto al 16 ottobre 2016
Orari: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10-19 (chiusura casse, ore 18); lunedì chiuso
Dove: MAMbo, via Don Minzoni 14, Bologna
di Andrea Marino
L’esplosione dell’atomica nel cielo di Hiroshima distrusse qualunque edificio nel raggio di chilometri: annientò ogni forma di vita in un’area molto più ampia…
Facing Histories è la mostra di Yumi Karasumaru dedicata a Hiroshima
IN BREVE Cosa: Facing Histories, di Yumi Karasumaru Quando: dal 6 agosto al 16 ottobre 2016 Orari: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10-19 (chiusura casse, ore 18); lunedì chiuso Dove: MAMbo, via Don Minzoni 14, Bologna
di Andrea Marino
L’esplosione dell’atomica nel cielo di Hiroshima distrusse qualunque edificio nel raggio di chilometri: annientò ogni forma di vita in un’area molto più ampia. Decine di migliaia di persone morirono nell’esplosione, molte altre in seguito, a causa delle radiazioni. Il lavoro di Yumi Karasumaru è stato spesso incentrato sulla rappresentazione di quella tragedia, a partire dalle serie Atomic Series del 1995 e Modern Crimes del 1999, fino al vasto ciclo di piccoli dipinti del 2015, di cui la mostra Facing Histories a cura di Uliana Zanetti – visibile fino al 16 ottobre negli spazi del MamBo normalmente dedicati alla collezione permanente – è una selezione di 69 pezzi.
Karasumaru parte dall’ampissimo repertorio fotografico sulla bomba. Rappresenta l’edificio della prefettura di Hiroshima, che si trovava a 150 metri dall’ipocentro dell’esplosione ed è oggi il simbolo del memoriale della pace, dipinge ciò che rimane dei vestiti di chi era sul luogo, ritrae il fungo atomico, i giornali che danno la notizia, le macerie, i volti dei sopravvissuti. E lo fa quasi con leggerezza, con i colori, con le tinte pastello. I suoi dipinti non si impongono immediatamente per la tragedia che rappresentano. Attirano perché sono belli, sono dolci. Richiedono che sia l’occhio di chi guarda a fare il lavoro critico, andando oltre l’estetica e fermandosi a inquadrare i soggetti, le persone, i contesti. La bellezza di queste opere profondamente morali è che non strillano la violenza e i corpi martoriati. Porgono, invece, un pensiero.
Domenica 16 ottobre l’autrice sarà presente al MamBo per un momento di finissage della mostra.