Nasce il festival che mischia le arti e mira all’espansione internazionale
Chi: Underground Movement, Festival indipendente diffuso
Dove: Bologna, in dieci luoghi per quattro quartieri. Granata, InContex, L’archivio, Link, Mikasa, Oz, Spazio Malvagio, StudioBUM, MenoUnoLab, Kilowatt
Quando: dal 20 maggio al 24 maggio 2015
Costo: Ingresso gratuito
di Sergio Rotino
Cinque giorni, dal 20 al 24 maggio. Tanto dura Underground movement, evento gratuito con mire…
Nasce il festival che mischia le arti e mira all’espansione internazionale
IN BREVE Chi: Underground Movement Cosa: Festival indipendente diffuso sul territorio cittadino. Prima edizione Dove: Bologna, in dieci luoghi per quattro quartieri. Granata, InContex, L’archivio, Link, Mikasa, Oz, Spazio Malvagio, StudioBUM, MenoUnoLab, Kilowatt Quando: dal 20 maggio al 24 maggio 2015 Costo: Ingresso gratuito
di Sergio Rotino
Cinque giorni, dal 20 al 24 maggio. Tanto dura Underground movement, evento gratuito con mire festivaliere che riunisce sotto questo marchio ben dieci spazi dislocati in luoghi diversi di Bologna, seguendo una dialettica che dal centro porta alla prima periferia cittadina e ritorno. Dieci spazi che rispondono ai nomi di Granata, InContex, L’archivio, Link, Mikasa, Oz, Spazio Malvagio, StudioBUM, MenoUnoLab, Kilowatt dislocati in ben quattro quartieri cittadini: San Vitale, San Donato, Navile, Porto. Inutile negare che Underground movement si presenta come un vero e proprio festival diffuso sul territorio con una attitudine fortemente indipendente.
Il progetto è nato ed è stato condiviso fra gli Underground movement di Barcellona, Bologna, Pisa, Ragusa, Roma. Nelle intenzioni vuole creare una serie di appuntamenti che riescano a mettere insieme musica con sport, letteratura, street art, produzione audio-video, sensibilizzazione verso le tematiche del recupero e del riciclo. Il tutto lavorando – come altri festival indipendenti – dal basso, imbastendo relazioni con entità italiane e europee che poi portino alla formazione di un network culturale sovranazionale, autonomo per quanto riguarda le scelte.
Tutto molto bello, ma non perfettamente riuscito nella proposta. Infatti, oltre ai momenti di incontro fra i vari rappresentanti del network per la stesura di un manifesto comune sulla direzione che vuol prendere Underground movement, il festival propone nella massima parte momenti in cui è la musica a farla da padrona. Il che non offre molti appigli per ragionare e rendere visibile una cultura underground attiva in altri campi.
Questa minoritarietà si avverte nel campo della letteratura e delle arti visive, che si devono accontentare di spazi residuali, almeno all’apparenza non collegati strettamente con le altre forme artistiche. Oppure i legami sono sottili e indiretti. Possiamo leggere in questo modo i due eventi “letterari” che nella giornata di oggi, vanno in scena contemporaneamente alle 18 negli spazi di Granata (via San Carlo 28/d) e di Incontex (via Libia 72/d). Nel primo viene presentato Periferie arrugginite (Agenzia X), volume antologico a cura di Marco Philopat e Lello Voce che contiene i vincitori della seconda edizione del premio “Alberto Dubito”, creato in memoria di questo poeta, musicista, fotografo, street artist oltre che voce dei Disturbati dalla CUiete, gruppo rap sperimentale. Nell’altro si presenta invece il quarto numero della rivista “Marzbau”, accompagnandolo con performance audiovisive, la musica elettronica di Mut.o e ponendo il tutto all’interno di un allestimento di installazioni ambientali interattive.
Per trovare qualcosa che sia diverso dalla musica e dai suoi addentellati, bisogna arrivare a domenica 24, quando al Mikasa (ore 16) di Via Emilio Zago 14 prenderà il via un workshop indirizzato ai bambini e dedicato al riciclo, mentre dalle 22 il Kilowatt di Via del borgo di San Pietro 22 ospita sessioni di parkour, tessuti aerei, trapezio, slacklining e contest di skateboarding accompagnate fra le altre dalla musica live di Kenobit, Still Unfound e Rododentro.
Il resto è talmente imperniato sulla musica che il 21 e il 22 maggio Underground movement fa partire al Mikasa “No glucose”, minifestival dedicato all’immaginario punk e alle sonorità underground. Dalle 21 in poi si esibiranno dal vivo gli spagnoli The Parrots i Baseball Gregg, Naughty Betsy, Wolther Goes Stranger, Pueblo People, X-Ray Picnic e Qlowski.
Sempre musica, sempre il 22 al MenoUnoLab di via Pier De Crescenzi 14/a. Lo studio di produzione musicale apre dalle 20 due delle sue sale ai live del francese Moresounds, fra elettronica, dub e hip hop, di Fuso, di Spire, progetto di Paolo Iocca (Boxeur The Coeur), e a vari dj set, fra cui quelli di Detox e Q3000.
Il 23 da Granata prende avvio (ore 16) il laboratorio TavaTava Open Practice. Pratiche aperte sul giradischi, curato da Made in Woman e Guenda&Kyna, che promuove la pratica sul giradischi, inteso come veicolo di creatività e sinonimo di qualità musicale. Il laboratorio già sperimentato nello scorso 2014 vuole indirizzare all’ascolto musicale, analisi del bpm, presa del segnale, messa a tempo mixaggio, scratch e freestyle. Benché tratti un altro ambiente, si pone sulla stessa lunghezza il workshop dedicato alla musica elettronica curato da Roberto Affuso Light Minded, altro project di dj Only, ospitato da Kilowatt domenica 24 a partire dalle 18.
Molti altri appuntamenti costellano le cinque giornate di Underground movement, ognuno con sue interessanti caratteristiche tutti rintracciabili sul sito www.undergroundmovement.it.
Come prima edizione niente da eccepire, ma il suggerimento è di spingersi ancor di più nell’interazione della musica con le varie altre arti. Meglio sarebbe se le altre arti potessero esprimere e mostrare i loro prodotti underground e indipendenti. Dal programma di queste giornate questo aspetto appare carente. Si tratta comunque di un peccato veniale, da accreditare sicuramente alle problematiche proprie di una prima edizione. Perché, a dirla francamente, dovrebbero essercene mille ogni anno di questi eventi.