Eat the Future il tema della XVII edizione che apre con Song of the Sea, candidato all’Oscar per il miglior film d’animazione
Cosa: Future Film Festival XVII
Quando: da martedì 5 a domenica 10 maggio 2015
Dove: prevalentemente al Cinema Lumière, via Azzo Gardino 65, Bologna
di Giuseppe Marino
Fino a qualche tempo fa, ovunque era un fiorire di Fine del Mondo: moltissimi appuntamenti – festival, mostre, rassegne – in un modo o nell’altro evocavano la vicina Apocalisse…
Eat the Future il tema della XVII edizione che apre con Song of the Sea, candidato all’Oscar per il miglior film d’animazione
IN BREVE Cosa: Future Film Festival XVII Quando: da martedì 5 a domenica 10 maggio 2015 Dove: prevalentemente al Cinema Lumière, via Azzo Gardino 65, Bologna Info: http://www.futurefilmfestival.org/
di Giuseppe Marino
Fino a qualche tempo fa, ovunque era un fiorire di Fine del Mondo: moltissimi appuntamenti – festival, mostre, rassegne – in un modo o nell’altro evocavano la vicina Apocalisse. Compreso il Future Film Festival, che nel 2012 aveva come claim “La Fine del mondo (and i feel fine)”. Poi anche alla fine del mondo si è fatta l’abitudine, ed è maturata l’idea che, in ogni caso, sarebbe una cosa da affrontare a pancia piena. Ed è il cibo, prima ancora del cibarsi, il tema di richiamo che caratterizza moltissime manifestazioni; dalla Fine si prova a guardare avanti, avvistando un agrodolce Eat the Future.
Il Future Film Festival, a Bologna da martedì 5 a domenica 10 maggio, non ha ancora svelato tutte le sue carte. Il più importante evento in Italia dedicato alle tecnologie applicate all’animazione e al cinema, però, ha già un’apertura gustosissima,Song of the Sea dell’irlandese Tomm Moore. Candidato agli ultimi Oscar come miglior film d’animazione, Song of the Sea segue il sorprendente The Secret of Kells e ne ricalca l’estetica. Un tratto all’apparenza semplice che crea figure bidimensionali dai netti contorni neri, disegnato a mano e riempito da uniformi colori digitali, che svela lentamente un’infinita cura per i dettagli. Da qui la capacità di fondere le figure geometriche e spezzate con la rappresentazione della Natura, e l’interiorità degli esseri che la abitano. Film d’apertura e in concorso per il Platinum Grand Prize, Song of the Sea è già un ottimo motivo per amare ancora di più il Future Film. Altri due titoli in concorso sono Beyond Beyond del danese Esben Toft Jacobsen, che promette di essere una fiaba originale e densa di conigli, e la “commedia satanica” Pos Eso, Possessed, dello spagnolo Sam.
Torniamo al tema, a Eat the Future. Vero, il FFF parla di cibo, ma naturalmente lo fa a modo suo. Getta il suo famelico sguardo sul cibo e assembla una retrospettiva fanta-horror tutt’altro che pacificata o rassicurante, una manciata di titoli cult per una indigestione di (im)possibili scenari futuri, che certamente faranno leccare i baffi agli appassionati.
I titoli: Il cibo degli dei / The Food of The Gods (1976) di Bert I. Gordon (tratto dal racconto omonimo di H. G. Wells), propone la minaccia di una misteriosa sostanza liquida e cremosa, che ha generato api e topi giganti. 2022: I sopravvissuti / Soylent Green (1973) di Richard Fleischer con protagonista Charlton Heston, descrive un 2022 sovrappopolato in cui opera la Soylent, produttrice di cibo sintetico. Stuff – Il gelato che uccide / The Stuff (1985) di Larry Cohen, è un’ironica metafora, dove una strana e gustosissima sostanza cremosa diviene il cibo favorito di consumatori che, dopo averlo ingerito, sono trasformati in una specie di automi. Horror in Bowery Street / Street Trash (1987) di Jim Muro, un cult splatter che racconta i tragici effetti del liquore “Viper”, in una New York lercia e malfamata. Fuori di testa / Bad Taste (1987), leggendario esordio di Peter Jackson, splatterissimo low budget e demenziale, dove sono degli alieni pericolosamente famelici e non troppo raffinati a decidere il menù.
A presto, dunque, con il programma completo e geneticamente stramodificato del Future Film Festival 2015.