Il nuovo locale bolognese offre sapori ricercati e decisi in un’atmosfera londinese
Cosa: cronaca dall’inaugurazione del Red Brick – cucina alla griglia, birreria, vineria
Dove: via Frassinago 2/c, Bologna
Orari: mar – ven 17-24; sab 12-24; dom 12-22
Prenotazioni: 051 580950
di Giuseppe Marino
C’è una famiglia di cibi futuristici – seitan, elaborazioni di soia, tofu – che offre superfici levigate e impermeabili. Una superficie netta dà l’illusione della compiutezza e dell’isolamento dall’esterno…
Il nuovo locale bolognese offre sapori ricercati e decisi in un’atmosfera londinese
IN BREVE Cosa: cronaca dall’inaugurazione del Red Brick – cucina alla griglia, birreria, vineria Dove: via Frassinago 2/c, Bologna Orari: mar – ven 17-24; sab 12-24; dom 12-22 Prenotazioni: 051 580950
di Giuseppe Marino
C’è una famiglia di cibi futuristici – seitan, elaborazioni di soia, tofu – che offre superfici levigate e impermeabili. Una superficie netta dà l’illusione della compiutezza e dell’isolamento dall’esterno, porta alla memoria la descrizione delle misteriose capsule asettiche di Rumore Bianco: i cibi rigidamente definiti e impermeabili sono la cosa più vicina alle pillole con cui mi piace pensare si nutrano gli astronauti. Di segno opposto è il cibo del Red Brick: le superfici porose e dai contorni imprecisi della carne sono lasciate a trasmettersi informazioni con birre e spezie, per giorni, a sviluppare un sapore analogico antitetico alla nettezza del digitale.
La porta del Red Brick è di uno sgargiante rosso Kubrick, il che mi permette di evocare la gaia naiveté del gioco di parole. Gli interni di capienza moderata sono arricchiti da dettagli fra il pub londinese e l’industriale, con il logico supporto di una parete in mattoncini rossi, anche questi studiatamente nudi e ruvidi. Dagli assaggi prelevo con gioia quattro differenti salsicce, fatte in loco vengono servite successivamente a una sapiente marinatura nelle birre artigianali. Diversi incontri di carni di maiale, manzo e vitello, selezionate dall’Italia e dalle eccellenze estere, sono fortemente caratterizzate dall’incontro con birra stout, pils, belgian ale e ipa, con un risultato assolutamente gustoso e peculiare in ogni sua variante. Delle sei spine disponibili incontro le ottime stout e la belgian ale, birre ottenute con metodo tradizionale, non pastorizzate e non filtrate, frutto della selezione di L.A.B. Libera Arte della Birra. Tra i formaggi spicca, per particolarità e attrattive cromatiche, un blue cheese veneto con vino Raboso passito e mirtilli rossi.
Mentre mi destreggio fra un goulash di manzo alla trentina e una vellutata di finocchi e porri da arricchire con salse di diverse intensità, vengo catturato dal racconto del pastrami. Carne lavorata e speziata importata dagli ebrei rumeni negli Stati Uniti che, mi confermano anche i miei compagni di tavolo, sta provocando file in strada e blocchi del traffico in corrispondenza degli ingressi dei locali di New York più attenti all’attualità. La curiosità per il pastrami rimane tale, e si associa all’idea di uno chef dalle mani morbide e odorose, che ci assicurano periodicamente impegnate a frammentare le adeguate spezie senza alcun ausilio meccanico.
Il menù del Red Brick è opulento, con una varietà di carni alla griglia o al forno da accompagnare alle succitate birre o alla pur generosa scelta di vini, puntando sulla miscela di tradizione (che assicura la sostanza) e sperimentazione culinaria che caratterizza un settore al centro dell’attenzione, che continua a crescere titillando sapientemente voglie e interessi.