IN BREVE Chi: BilBOlBul Cosa: 8° festival internazionale del fumetto Dove: Bologna Quando: dal 20 al 23 novembre 2014 Immagine homepage: ©Canemarcio
Si era anche pensato il peggio per BilBOlBul. Che le varie, soverchianti problematiche economiche avessero posto fine a un festival del fumetto unico nel suo genere. Si era pensato il peggio perché, pur con gli “aspettando…” a rompere sporadicamente il silenzio, l’attesa si è prolungata per quasi un anno e mezzo. Invece BilBOlBul, il festival internazionale del fumetto nato a Bologna per mano e per cura di Hamelin associazione culturale, arriva a spegnere le sue otto candeline nel lungo weekend che va dal 20 al 23 novembre.
Lo fa “cambiando pelle” o meglio, iniziando a farlo: nuovo logo, nuovo sito (cui si rimanda per il programma completo), nuova grafica per il programma. In più una nuova focalizzazione delle proposte, una rinnovata attenzione alle problematiche editoriali. Indubbiamente se le precedenti edizioni potevano apparire animate da una qual sorta di leggerezza (ma il termine è da prendere con le pinze), questa ottava è colorata con le tonalità dei tempi che corrono. Tempi che impongono di “ripensare obiettivi e struttura” il più velocemente possibile restando comunque sempre incerti sul futuro economico, almeno se fanno fede le parole dell’assessore alla cultura Ronchi per cui “le pene non sono mai finite, visto che il 2015 si annuncia un anno complicato, molto difficile”. Ma “se si hanno idee chiare e ipotesi di lavoro innovative, si può guardare con relativo ottimismo al domani”.
Con uno sforzo economico complessivo di circa centomila euro (ma il valore reale del festival si aggira su una cifra praticamente doppia), su cui il comune di Bologna conferma per il 2014 il contributo di 25mila euro, BilBOlBul al futuro ci guarda. Lo fa mettendo in campo una mole di iniziative al solito notevolissima che, a elencare velocemente, comprende un convegno, 36 mostre In e Off, sette produzioni editoriali ed espositive, 5 workshop e uno spazio dedicato ai bambini. Insomma, tutto quel che ci si aspetterebbe da un Festival dedicato al fumetto.
Eppure la parola d’ordine di questa ottava edizione, come dice Emilio Varrà (Hamelin), è “sfestivalizzare il festival”. Traduzione: “azzardare”, provare nuove strade, dare spazio all’inconsueto. Primo azzardo il tentare una programmazione continua, qualcosa che non sia di preparazione all’evento, ma sia essa stessa evento. Per Maura Pozzati (della Fondazione del Monte, uno degli sponsor del festival), BilBOlBul è diventato in questo anno e mezzo “non solo un festival, ma un laboratorio permanente, capace di dialogare con le varie istituzioni cittadine”. Laboratorio che “ha a vedere con qualcosa di prioritario, qual è la formazione dei lettori”.
Nell’ottica della sfestivalizzazione si colloca la scomparsa dei nomi noti dello stardom fumettistico. Infatti dentro questa ottava edizione a essere conosciuto da una larga fetta di pubblico è solo Manuele Fior. A lui è dedicata L’intervista. Storia di un fumetto, mostra che inaugura giovedì 20 alle 18.30 per chiudere l’11 gennaio 2015, stigmatizzando la collaborazione fra BilBOlBul e Mambo. Non è una classica retrospettiva “bensì una zoomata su una sola opera dell’autore” specifica Varrà, il quale sottolinea anche un altro paio di cose. Prima di tutto che la mostra è completamente gratuita per tutta la durata del festival, e poi come in questa edizione non ci sia una mostra principale. Si è invece preferito creare un filo rosso che la percorre tutta in varie forme. Il trait d’union riguarda “il processo produttivo che porta a far nascere dei fumetti” dice Varrà. Ecco la ragione per cui di Fior si presenta il lavoro fatto su di un unico libro.
E gli altri autori? “Sono nomi sconosciuti ai più” continua Varrà. “Di qui il secondo azzardo”. Ovvero? “Un conto è fare delle manifestazioni in cui il pubblico si rispecchi in quello che sa, un conto è fare manifestazioni in cui il pubblico scopre quel che non sa“. Detto in soldoni: il nuovo BilBOlBul azzarda, spostandosi di peso sulla seconda opzione.
“Crediamo che di edizione in edizione si sia costruito un pubblico del Festival, che si fida delle nostre proposte”. Sulla base di questa certezza Hamelin ha organizzato un programma in cui “si presentano autori nazionali e internazionali veramente conosciuti da pochi“. Per capire di cosa si sta parlando, basta guardare alle inaugurazioni serali di venerdì 21 nel quartiere San Vitale: gli autori proposti sono giovanissimi. Nel caso della mostra ideata da Canicola, che propone sette giovani autori di provenienza tedesca (Canicola Germania, Museo internazionale della musica, ore 18), ben cinque sono donne. Due di esse, Josephin Ritschel e Anne Voght, sono ospitate in un focus sul loro lavoro (Cerchi, Linee, Sofà, Spazio &, ore 18.30). Ma a sfogliare il programma si trova anche un russo-americano qual è Roman Muradov (Fumetto, istruzioni per l’uso, SalaBorsa Ragazzi, ore 20), poi il belga Max de Radiguès insieme all’americano Charles Forsman (Fragile, Villa Lipparini, ore 19) e così via. «Non sono nomi che spingono tanto, ma hanno i loro riconoscimenti artistici internazionali e interesse a promuovere e mostrare il proprio lavoro».
Pubblico di BilBOlBul, quello fidelizzato come quello con spirito da esploratore, “venite a scoprire” cosa vi riserva questa ottava edizione. Oltre alle mostre, scoprite il convegno Editoria senza editori? Pubblicare fumetti oggi. Scoprite i BBBLab, laboratori aperti ospitati dall’Accademia di Belle Arti e composti da tre tavole rotonde, da cinque workshop e tre incontri con editor che visioneranno i portfolio di giovani talenti. Venite, scoprite, siate curiosi. Se il mondo è cambiato, lo è anche il fumetto.