I Rainbow Island al Lestofante con la loro elettronica spregiudicata
Chi: Rainbow Island
Quando: giovedì 8 maggio
Dove: Lestofante, via San Petronio Vecchio, 15b
di Andrea Marino
Tutti i colori dell’arcobaleno, è bene dirlo subito, sono il primo segno della psichedelia. È una cosa che si impara quasi subito, ascoltando Dark Side of the Moon e apprezzandone la copertina…
I Rainbow Island al Lestofante con la loro elettronica spregiudicata
IN BREVE Chi: Rainbow Island Quando: giovedì 8 maggio Dove: Lestofante, via San Petronio Vecchio, 15b
di Andrea Marino
Tutti i colori dell’arcobaleno, è bene dirlo subito, sono il primo segno della psichedelia. È una cosa che si impara quasi subito, ascoltando Dark Side of the Moon e apprezzandone la copertina. Da lì, dai colori, partono i Rainbow Island, formazione romana in concerto giovedì 8 al Lestofante in via San Petronio Vecchio 15/b.
Per chi non se lo ricordasse, Rainbow Island(s) è anche il nome di un ormai mitico videogame della Taito uscito nel 1987, ampiamente giocato negli anni ’90 su Commodore 64 e Amiga, con una splendida colonna sonora che è la versione velocizzata di Somewhere Over the Rainbow, appunto. La devozione dei quattro membri della band romana per l’ambientazione del gioco si ritrova anche nelle sonorità del gruppo, cui piace introdurre passaggi in 8-bit nei loro brani.
La sperimentazione è il secondo segno della psichedelia. Senza una genuina voglia di sperimentare non si fa il tipo di musica proposto dai Rainbow Island, una musica non facile, non esattamente immediata, incostante e a tratti noise, dal fascino indiscutibile. Le atmosfere prodotte in Road to Mirapuri, loro ultimo lavoro pubblicato da No=fi Recordings, possiedono questa caratteristica congiuntamente al terzo e ultimo segno della psichedelia: la netta sensazione che una percezione alterata da parte di chi ascolta non possa che migliorare il gradimento.
I Rainbow Island possiedono tutti e tre i segni della psichedelia, insieme a una incredibile tecnica che permette loro di essere degli ottimi musicisti in grado di padroneggiare anche i passaggi di elettronica “più classica” e aprire prospettive molto interessanti, proiettandosi verso la space music e probabilmente oltre.