IN BREVE Chi: Valvoline motorcomics Cosa: catalogo della mostra “Valvoline Story” Dove: Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, in via delle Donzelle 2, Bologna e librerie Costo: 18,50 euro
Calza stretta la definizione di “catalogo” per Valvoline story, il volume realizzato da Coconino press – Fandango in occasione dell’omonima esposizione: Brolli, Burns, Carpinteri, Igort, Jori, Kramsky, Mattioli, Mattotti. I primi trent’anni dell’avanguardia a fumetti, mostra aperta negli spazi della Fondazione del Monte in via delle Donzelle 2, fino al 31 marzo (qui l’articolo sulla mostra). Perché catalogo non lo è, offrendo materiale reattivo al di là della e dopo la mostra. Giusta quindi l’idea di metterlo in distribuzione anche attraverso il canale librerie.
La definizione che più gli rende merito è allora quella di “libro-documento”, di un periodo, di un evento che riscrive il modo di fare fumetto in Italia, la cui valenza resta intatta ancora oggi. Lo si percepisce visitando la mostra. Meglio quando a far da guida sono gli stessi Daniele Brolli, Igort e Marcello Jori, come accade venerdì 14 marzo alle 15.30. Accade subito dopo, alle 17, nell’incontro Valvoline Story: l’arte di rompere le regole, che vede gli stessi in conversazione con Antonio Faeti e con l’intervento di Maura Pozzati della Fondazione del Monte.
Tutti momenti che Valvoline story (128 pagine in quadricromia, € 18,50) implementa facendosi luogo in cui il racconto di quel periodo, incastonato nella Bologna degli anni Ottanta, si fa informazione parallela alla ricchissima parte iconografica. E “racconto puro” è la prima delle due parti (“Valvoline racconta”), una cavalcata di circa trenta pagine dove i valvolinici mettono in quadro l’esperienza e la raccolgono attorno ai suoi nuclei forti: l’amicizia fra cinque accese, lucide unicità; l’ironia (“non la satira”, come precisa Mattotti) che pervade il progetto; la voglia di mescolare generi, stili e arti. Attorno a questo excursus esperienziale, ribadito da una seconda parte ricchissima di informazioni iconografiche ma non solo, si coagula e si evidenzia tutto l’universo che ha permesso di interpretare il nostro fumetto non solo in modo seriale: come un’arte stratificata nel segno e nel significato. Un’arte cui concorrono la passione per certa musica e certi narratori postmoderni. Ma soprattutto per i fumetti e la pittura. Feininger, Herriman si sommano a Steranko, a Eisner, al dadaismo e al surrealismo, a Depero, Michaux, Füssli.
«Nel mondo del fumetto è sempre stato difficile lavorare sullo scardinamento delle convenzioni linguistiche» afferma Mattotti. Ma «lavorare sulle convenzioni era anche una esplorazione, esploravamo possibilità inedite e non molto popolari». Esplorare, ecco la parola chiave, che muove i valvolinici, sempre. E che permette al gruppo di farsi apprezzare in giro per il mondo, anche come singoli autori.
Dal libro esce fuori, implicitamente, anche altro. Per esempio la vitalità della Bologna anni Ottanta. Ma anche quanto «la propensione multimediale, mimetica e multiforme di un disegnare che trascende i confini del proprio specifico, per riconfigurare l’universo», come scrive Maura Pozzati, possa essere ancora chiave per uscire dalla irresolutezza dei nostri anni zero.
14 marzo 2014