La recensione di una futuristica storia d’amore e solitudine. A Bologna in lingua originale al Cinema Lumière
Cosa: Recensione di Her – Lei
Regia: Spike Jonze, 2013
Attori: Joaquin Phoenix, Scarlett Johansson, Amy Adams, Rooney Mara, Olivia Wilde
Quando: In sala dal 13 marzo 2014
Dove: Roma d’Essai, The Space Cinema, UCI Meridiana; in lingua originale al Lumière, via Azzo Gardino 65, Bologna
di Giuseppe Marino
Il cinema segue delle correnti, dei modi di sentire e di stare, oltre che delle tendenze e a volte coincidenze. Succede che personaggi o idee, tenuti da parte per anni…
La recensione di una futuristica storia d’amore e solitudine. A Bologna in lingua originale al Cinema Lumière
IN BREVE Cosa: Recensione di Her – Lei Regia: Spike Jonze, 2013 Attori: Joaquin Phoenix, Scarlett Johansson, Amy Adams, Rooney Mara, Olivia Wilde Quando: In sala dal 13 marzo 2014 Dove: Roma d’Essai, The Space Cinema, UCI Meridiana; in lingua originale al Lumière, via Azzo Gardino 65, Bologna
di Giuseppe Marino
Il cinema segue delle correnti, dei modi di sentire e di stare, oltre che delle tendenze e a volte coincidenze. Succede che personaggi o idee, tenuti da parte per anni, arrivino in sala in almeno due versioni, come Hitchcock o Capote, o una particolare soluzione narrativa venga adottata da due diversi film, o più banalmente la produzione cominci a ruotare ossessivamente su temi come i vampiri, gli zombie, gli apprendisti stregoni. Quella di un sentimento che scorre, casualmente e spontaneamente, attraverso diverse pellicole in un breve periodo di tempo, è invece un’idea più affascinante, che s’insinua nella vita dello spettatore in forme diverse. Il sentimento, adesso, è quello della solitudine, che attraversa titoli come Inside Llewyn Davis, Osage County, Blue Jasmine, e naturalmente Her.
In un futuro prossimo e plausibile, la protagonista di Her è una voce, quella dell’intelligenza artificiale che Theodore (Joaquin Fenix) sceglie per provare a riempire la propria vita, e lo smarrimento lasciato dal distacco con la moglie. Spike Jonze si conduce in un filone già piuttosto frequentato: da film non particolarmente riusciti come Thomas in Love e S1m0ne, e da altri decisamente più interessanti, come Ghost in the Shell e l’immortale Blade Runner. A quattro anni di distanza dal bellissimo Where the Wild Things Are, alcuni temi di Her, e il titolo in tutto, erano già iscritti nel cortometraggio del 2010 I’m Here (nel video in fondo), dove una particolare storia d’amore indagava i confini del corpo, dell’individuo e della coscienza.
Jonze ama le scatole cinesi, ma dai primi film in collaborazione con lo sceneggiatore Charlie Kaufman, più freddi e spigolosi, il suo stile si è fatto più delicato. Her conserva una struttura fortemente teorica, ma alla forza dell’ancoraggio con il presente, che viene dalla rappresentazione di un futuro che è la logica progressione di tendenze, tecnologie e ossessioni attuali, unisce la capacità di dare un’anima a tutti i suoi protagonisti. Nel gioco di scatole cinesi una delle prime domande poste da Jonze riguarda la finzione. Il lavoro di Theodore consiste nello scrivere su commissione toccanti lettere private, e la sua bravura dipende dalla capacità di sapersi fingere altre persone. Persone che, dal canto loro, fingeranno di aver provato e aver saputo esprimere le emozioni presenti nelle loro lettere. Altra finzione è quella di Samantha, la voce femminile, impersonata da Scarlett Johansson, che interagisce in maniera così naturale con Theodore da spingerlo presto a comportarsi come se avesse a che fare con una persona reale. Tutto, nelle intenzioni, contribuisce a lenire la solitudine, a evocare una presenza, un’intima corrispondenza.
Her tratta i suoi temi con accuratezza e sensibilità, ha il coraggio di non cedere alla tentazione di dare un corpo o un volto alla sua protagonista, ed è in tutto un ottimo film. Denso nei piani personali, identitari, etici, culturali, che si intrecciano costantemente, riflessione inevitabile ma non banale sul rapporto con la tecnologia e su come questa possa offrire soluzioni sufficienti anche in campo sentimentale. E sulla definizione dei sentimenti, della natura (umana), della realtà e della simulazione, Her si muove intelligentemente, con tono malinconico e una ricerca estetica accurata, dando il giusto peso ai dettagli.
Her è in sala da giovedì 13 marzo, e in lingua originale – per ovvi motivi consigliata ancora più del solito – al cinema Lumière dal 13 marzo al 2 aprile, alle 17.30, 20.00 e 22.30, e sabato e domenica anche alle 15.00.
Voto: 4/5