IN BREVE Chi: Marco Baliani Cosa: Teatro di narrazione e GIocando con Orlando Dove: Teatro Duse Quando: dal 21 al 23 febbraio Foto: dettagli di immagini di Alessandro Moggi Origine: L’articolo è pubblicato anche sul blog di analisi semiotiche SemioBo, #analyzeit
di Yulia Gordeeva
Spesso sottovalutiamo le capacità del teatro come mezzo di comunicazione e di influenza. Non solo rispecchia la vita e la società, non solo intrattiene e diverte, ma porta lo spettatore a un vero e proprio “risveglio” percettivo.
Marco Baliani è uno dei più originali esponenti del panorama teatrale italiano e fra i più noti rappresentanti del teatro di narrazione. Il suo è un teatro dove una sola persona riveste contemporaneamente il ruolo di regista, drammaturgo e attore, e dove il monologo diventa l’unico strumento di persuasione.
Nel teatro di narrazione l’autore-attore si presenta sulla scena con la propria identità, spogliandosi delle vesti del personaggio, per raccontare la storia e non per rappresentarla. Un unico attore riveste tutti i ruoli attanziali e tutti i ruoli tematici presenti nell’opera: le individualità multiple dei personaggi si fondano nella figura del narratore.
Baliani risemantizza il termine “teatro”, ne estrae la vera essenza, eliminando ogni inutilità, eccessività e pomposità. Solo sulla scena, vestito di scuro, senza alcun costume né scenografia; al massimo con una sedia. La mimica, l’espressività e la gestualità piene di forza stupiscono e incantano il pubblico. La sua abilità nell’emozionare e arrivare al cuore dello spettatore di ogni età è il frutto di un attento studio che rivela le grandi capacità espressive dell’attore.
Fra le sue opere non c’è solo lo spettacolo “cult” Kohlhaas, tanto amato dal pubblico e dalla critica, ma anche Corpo di stato, L’amore buono, Corvi di luna, Che ci faccio qui, Pinocchio Nero, e infine Giocando con Orlando con Stefano Accorsi, che sarà in scena al Teatro Duse a Bologna dal 21 al 23 febbraio.
Il rapporto che si costruisce tra il palcoscenico e il pubblico è ben diverso da una pièce qualsiasi, perché il teatro di narrazione è soprattutto un teatro d’ascolto. L’udito diventa il senso predominante per il soggetto della percezione.
“Il racconto funziona, quando è efficace” dice Baliani. Non possiamo che essere d’accordo: l’efficacia della narrazione, unita al talento indiscusso dell’attore, fa sì che lo spettacolo riesca a emozionare e a coinvolgere anche il pubblico più distratto.
L’articolo è pubblicato anche sul blog di analisi semiotiche SemioBo, #analyzeit