Istantanee dall’era dei Social per i nuovi fenomeni dell’elettropop cantautorale
Chi: I Cani
Cosa: in concerto
Dove: Estragon, via Stalingrado 83 – Bologna
Quando: venerdì 13 dicembre, ore 21
Costo: Ingresso 10 euro + d.p.
di Francesca Bartoli
Prendete una band di Roma (nord), dell’elettropop cantautorale (per far contenti i critici in continua ricerca di definizioni), dei testi “quotidiani” che citano WhatsApp e MacPro, un sound facile (ma ne esistono veramente?), del citazionismo letterario…
Istantanee dall’era dei Social per i nuovi fenomeni dell’elettropop cantautorale
IN BREVE Chi: I Cani Cosa: in concerto Dove: Estragon, via Stalingrado 83 – Bologna Quando: venerdì 13 dicembre, ore 21 Costo: Ingresso 10 euro + d.p.
di Francesca Bartoli
Prendete una band di Roma (nord), dell’elettropop cantautorale (per far contenti i critici in continua ricerca di definizioni), dei testi “quotidiani” che citano WhatsApp e MacPro, un sound facile (ma ne esistono veramente?), del citazionismo letterario-artistico-musicale, una manciata di volti nascosti e guerrilla marketing. Shakerate bene e avrete uno dei fenomeni più discussi del panorama musicale indipendente italiano: I cani, la band di Nicola Contessa amata e tanto odiata secondo la regola dell’ indie: se esci dalla nicchia sei out, a prescindere.
Nel 2011 esce il loro primo album. Un esordio originale quanto sorprendente, che deve la propria fortuna al precedente passaparola in internet; i primi brani hanno iniziato a circolare in rete quasi per gioco, alcuni accompagnati da video amatoriali, come per Hipsteria, e hanno immediatamente dato vita a un vasto circuito di consensi e di interesse, oltre a un altrettanto compatto muro di critiche.
Nei testi si sente un certo spirito del tempo in cui è raccontato con estrema lucidità non solo una intera generazione, ma la stessa realtà italiana. Anche se stereotipata fino alla macchietta (come in Le coppie), essa è tangibile: è la realtà musicale, politica, culturale e sociale, molto spessa frustata e insoddisfatta. Contessa, one man band, riesce nel difficilissimo gioco di camminare sul filo dell’autocritica e della satira di un mondo che ci appartiene e di cui spesso siamo burattini, ma senza mai porsi al di sopra di tutto, senza mai essere giudice supremo degli hipster o di quanti sono pseudo-involontariamente tali.
Il 22 ottobre è uscito il secondo album “Glamour” la cui produzione è stata affidata a Enrico Fontanelli degli Offlaga Disco Pax. Chi li ha odiati, non si ricrederà, così pure chi li ha aspettati finora non cambierà posizione. Se pure I Cani non hanno conquistato il pubblico di massa, si sono guadagnati una buona fetta di “mercato indie”.
In Glamour ritroviamo la stessa atmosfera stroboscopica de Il Sorprendente Esordio (2011) e la stessa pungente ironia nei testi di Niccolò Contessa, frontman della band, questa volta libero dal sacchetto di carta con cui si copriva il volto. Un disco più introspettivo, ma i detriti culturali di Contessa ci appartengono molto più di quanto vogliamo ammettere, a lui la capacità o il tentativo di amalgamarli e di dargli una forma.
I Cani scattano istantanee dell’era dei Social dall’interno, con l’obiettivo puntato nelle stanze di ventenni e di un mondo che ci vuole eternamente tali, corazzati di interessi e abitudini finte, che tentano di costruirsi personaggi “diversi, creativi, speciali, tutto tranne normali” (come recita il testo di Storia Di Un Artista). Anche loro sono dentro al gioco, conoscono quello di cui parlano, perché lo vivono, e lo raccontano con un sarcasmo tagliente che tante volte avremmo voluto usare per esprimere gli stessi concetti. In barba ai lirismi dei cantautori moderni, erti su piramidi di metafore, I Cani sono i veri dadaisti dei Social Network. “Merda d’artista” in stile Manzoni?
Per chi fosse curioso di vederli live saranno a Bologna, all’Estragon, questo venerdì 13 dicembre. E se la loro psichedelia dovesse darvi il mal di testa, se poco si confacessero alla vostra immagine… poco male, vi restano un’infinità di altri “gruppi hipster, indie, hard-core, punk, electro-pop” tra cui scegliere. Tanto loro sono già (quasi) sold out.