Nel chiostro dell’Arena del Sole arrivano gli Instabili Vaganti, anche loro “Aperti comunque”
Chi: Instabili Vaganti
Che cosa: Stracci della memoria- Il Rito
Quando: 17 luglio ore 21,40
Dove: Chiostro dell’Arena del Sole di Bologna
Costo: ingresso ad offerta libera
Info: arenadelsole.it
di Cristian Tracà
Il teatro è in ginocchio ma l’Arena del Sole è Aperti comunque, un’iniziativa nata dai lavoratori dell’ente culturale per non…
Nel chiostro dell’Arena del Sole arrivano gli Instabili Vaganti, anche loro “Aperti comunque”
IN BREVE Chi: Instabili Vaganti Che cosa: Stracci della memoria – Il Rito Quando: 17 luglio ore 21,40 Dove: Chiostro dell’Arena del Sole di Bologna Costo: ingresso ad offerta libera Info: arenadelsole.it
di Cristian Tracà
Il teatro è in ginocchio ma l’Arena del Sole è Aperti comunque, un’iniziativa nata dai lavoratori dell’ente culturale per non abbassare le serrande in un’estate, la prima dal 1995, che prevedeva la sospensione dell’offerta estiva culturale da parte del teatro di Via Indipendenza. Il Chiostro si illumina comunque e presenta – come abbiamo anticipato qualche giorno fa – alcuni eventi di sicuro interesse per i bolognesi che sono ancora in città, almeno fino a fine mese.
Giovedì 17 alle ore 21,40 va di scena “Stracci della Memoria – Il rito”, una realizzazione di Instabili Vaganti, appena di ritorno dal festival austriaco di Villach. Si tratta di un lavoro diretto da Anna Dora Dorno, che sarà in scena anche nelle vesti di interprete in compagnia di Nicola Pianzola: una performance che elabora materiali performativi di tradizioni quali quella mediterranea, coreana, messicana e armena. Il progetto entro cui è stata inserita questa produzione – parliamo infatti del Rags of Memory (sostenuto tra gli altri dal Grotowski Institute di Wroclaw, dalla Bauhaus Foundation di Dessau, e da HooyongPerformingArts Centre di Seoul) – ha viaggiato trovando ospitalità proprio nei paesi di cui si portano alla ribalta i linguaggi.
La scena si struttura in uno spazio che assume il valore simbolico di giardino sacro in cui le azioni fisiche e vocali dei performer dialogano con la musica dal vivo e le videoproiezioni in cui appare una donna sposa, madre, vedova, che rappresenta i tre concetti fondamentali del cammino umano: vita, pathos, morte.
Massimo Marino, critico del Corriere della Sera, ha scritto di quest’opera: Un giardino sacro, reso attraverso segni allusivi, in un tempo sospeso. Un rituale misterioso, che diventa sonno-morte, sogno, tra veli bianchi e neri, compimento del ciclo della vita e apertura di una porta verso un’altra dimensione. La forza della presenza nuda del corpo, senza orpelli, e tutti i travestimenti degli abiti rituali ridotti a memoria.
Un’ottima occasione dunque per incrociare un ulteriore spazio della ricca offerta estiva bolognese, portando la propria voce al coro che si leva contro le manovre folli che hanno cercato di annientare la cultura negli ultimi decenni di vita politica statale.