Dopo la nostalgia degli anni ’50 è il momento degli anni ’90
Chi: nostalgici degli anni ’90
Cosa: serata “PEACH PIT”, American Buffet, 90’s selection, Roller blade e divismo spiccio
Quando: 18 gennaio, dalle 19
Dove: Ex-Forno Mambo, via Don Minzoni, 18
Costo: ingresso libero
Che differenza c’è tra Fonzie di Happy Days e Dylan McKay di Beverly Hills 90210? Nessuna, è la provocatoria risposta dell’Associazione Peacock Lab, che senza peli sulla lingua ha organizzato per venerdì 18 gennaio all’ Ex Forno (il bar del MAMbo) una serata dedicata al mito consumista e appiccicoso degli anni ’90 americani…
Dopo la nostalgia degli anni ’50 è il momento degli anni ’90
IN BREVE Chi: nostalgici degli anni ’90 Cosa: serata “PEACH PIT”, American Buffet, 90’s selection, Roller blade e divismo spiccio Quando: 18 gennaio, dalle 19 Dove: Ex-Forno Mambo, via Don Minzoni, 18 Costo: ingresso libero
di Erika Gardumi
Che differenza c’è tra Fonzie di Happy Days e Dylan McKay di Beverly Hills 90210? Nessuna, è la provocatoria risposta dell’Associazione Peacock Lab, che senza peli sulla lingua ha organizzato per venerdì 18 gennaio all’ Ex Forno (il bar del MAMbo) una serata dedicata al mito consumista e appiccicoso degli anni ’90 americani, compreso abbigliamento a tema e buffet ipercalorico.
Entrambi – McKay e Fonzarelli – sono icone, entrambi rappresentano e riassumono un modo di vestire, di parlare, di intendere la vita delle relative generazioni. Così, mentre i nostri genitori potevano sentirsi “cool” con il chiodo e il wurlitzer, noi nati negli anni ’80 (anno più, anno meno) non potevamo che sentirci “cool” mangiando hamburger nei primi sparuti McDonalds e incollandoci davanti al flusso catodico della tv commerciale, tra Brandon e Brenda, camicie a quadri e jeans che non cedevano nulla sulla vita alta. Beh, che schifo! E’ il mio primo pensiero. Davvero posso considerare il consumismo estremo e senza giustificazioni come il mio mito adolescenziale? E tra l’altro il Novantismo non è sempre stato considerato sinonimo di “trash”?
No, sbagliato! E’ il momento del revisionismo. Di fronte alla scomposta e confusa cultura anni 2010 ci rituffiamo volentieri nella superficialità dai sogni brevi delle Big Babol e della discodance di Corona. Forse perchè in fondo ci fa sentire protetti e tra amici, come probabilmente il mito degli anni ’50 americani è stato per i contemporanei fuga dalle difficoltà del post-guerra e voglia di riconoscersi in un modo di fare, vestire e quindi di essere.
E mentre la serata a tema del 18 gennaio all’Ex-Forno (intitolata Peach Pit, in onore del locale di ritrovo dei giovani beverlyhillsiani) si prende volutamente in giro rendendo mitologico ciò che da sempre è stato considerato un po’ low profile, sotto sotto si profila l’avvento di una rivincita per i post-paninari. In coda per diventare anche loro vintage, e quindi cool, portando con sé i Rollerblade, la Barbie e il Tamagotchi.
Voi come la pensate? Sempre ammesso che l’anno di nascita non ci vincoli ad amare prima o poi una determinata cultura, alla Grande Fratello di Orwell. E’ comunque una bella notizia per chi teme che la globalizzazione non permetterà la nascita di una vera e propria cultura degli anni 2010, no?… Invece succederà, e per chi vuole farsi una prima idea sta arrivando anche a Bologna la giusta occasione: non perdetevi il concerto di Justin Bieber il 23 marzo. Perché un giorno tutto questo sarà cool(tura).