Moonrise Kingdom, la recensione in anteprima

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Dal 5 dicembre in sala il nuovo capolavoro di Wes Anderson, l’autore de I Tenenbaum e Darjeeling Limited

 

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Titolo:  Moonrise Kingdom – una fuga d’amore
Anno: 2012
Regista: Wes Anderson

Attori: 
Kara Hayward, Jared Gilman, Bruce Willis, Edward Norton, Bill Murray
Quando: 
dal 5 dicembre

La filmografia di Wes Anderson si sviluppa come una collezione di variazioni sul tema. Il regista lo dichiara apertamente, presentando in apertura di Moonrise Kingdom una sinfonia di Henry Purcell scomposta nelle sue diverse parti strumentali. Il tema di Anderson …

Dal 5 dicembre in sala il nuovo capolavoro di Wes Anderson, l’autore de I Tenenbaum e Darjeeling Limited

 

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IN BREVE Titolo: Moonrise Kingdom – una fuga d’amore Anno: 2012 Regista: Wes Anderson Attori:  Kara Hayward, Jared Gilman, Bruce Willis, Edward Norton, Bill Murray Quando:  dal 5 dicembre

 

di Giuseppe Marino

 

La filmografia di Wes Anderson si sviluppa come una collezione di variazioni sul tema. Il regista lo dichiara apertamente, presentando in apertura di Moonrise Kingdom una sinfonia di Henry Purcell scomposta nelle sue diverse parti strumentali. Il tema di Anderson tocca legami familiari fatti di incertezze individuali, ma più in generale riguarda la necessità di costruire una poetica definita per poterli raccontare, e per raccontarsi a sua volta. I personaggi dei suoi film sono consapevoli dello schermo, della sala, del pubblico, delle particolarità del loro mondo e di quanto questo somigli a un palcoscenico teatrale. Sono loro a ostentare distacco dallo spettatore e dalle proprie vicende, finendo per realizzare una strana complicità. Osserviamo Suzy e Sam, i protagonisti dodicenni del film, mentre sanno di essere osservati; a volte ricambiano la curiosità, più spesso sono occupati a mettere in scena la propria vita.

Se Fantastic Mr. Fox perdeva molto nella mancanza di umanità dei suoi attori – è necessario che tutto sia quanto più vicino al reale, perché la trasfigurazione possa essere efficace – Moonrise Kingdom è una delle opere più riuscite di Anderson, e la variazione sul tema porta i suoi toni fantasiosi e malinconici ad abbracciare quelli della fiaba, in un incontro del tutto naturale.

Come in ogni favola, la posta in gioco è molto più alta di quanto sembri, e al centro ci sono sentimenti, rivelazioni, dolore, dubbi, tutto quanto possa indicare la difficoltà della crescita – mentre l’immaturità è un’esclusiva degli adulti – e la mancanza di tatto che caratterizza l’esistenza. Si comincia con la fuga, per i boschi, con un giradischi, un gatto, dei libri e vari altri oggetti meravigliosamente superflui, ostentando un piglio fra nouvelle vague e ribellione tipicamente americana, bisognosa di grandi spazi. La rabbia giovanissima di Suzy e Sam alla ricerca della felicità. E trovarla non è neanche difficile: rispetto agli abitanti delle Badlands di Malick i ragazzini di Anderson hanno il vantaggio di essere meno sensibili alla noia e più affascinati dalla scoperta. Ad ogni modo la vita reale, incorniciata dalla spontaneità della ricerca nella natura, è anche qui negata dagli obblighi sociali, dalla forza invincibile della normalità.

Con le sue sezioni del mondo che espongono l’operosità da formicaio, i richiami alle semplificazioni dell’animazione per restituire un’azione sempre più concettuale ed estetica, Anderson firma uno dei suoi film più astratti e dolorosi, ritrova tutta la sua immediatezza e attraverso la fiaba può inscenare il più falso e malinconico dei lieto fine.

Qui il sito, perfettamente in stile.

27 novembre 2012

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