I Black Dice al Locomotiv per la rassegna WordsOfMouth (WOM)
Chi: Black Dice
Cosa: concerto
Quando: 28 settembre
Dove: Locomotiv Club, via Serlio 25/2
Info: info@locomotivclub.it
WordsOfMouth (WOM) è il nome della nuova rassegna di marca Locomotiv Club pensata con l’obiettivo esplicito e sistematico di proporre una serie di appuntamenti a decisa vocazione sperimentale, i cui live e dj set siano di volta in volta coerenti tra loro sotto il profilo stilistico…
I Black Dice al Locomotiv per la rassegna WordsOfMouth (WOM)
IN BREVE Chi: Black Dice Cosa: concerto Quando: 28 settembre Dove: Locomotiv Club, via Serlio 25/2 Info: info@locomotivclub.it
di Marco Napolitano
WordsOfMouth (WOM) è il nome della nuova rassegna di marca Locomotiv Club pensata con l’obiettivo esplicito e sistematico di proporre una serie di appuntamenti a decisa vocazione sperimentale, i cui live e dj set siano di volta in volta coerenti tra loro sotto il profilo stilistico. Stasera, venerdì 28 settembre, la rassegna sarà inaugurata dalla performance dei Black Dice: scelta, questa, che è già una inequivocabile dichiarazione di intenti rispetto a ciò che è di là da venire. Mentre Bologna sogna ancora a occhi aperti, incantata da uno degli eventi tecnologico-musicali più importanti che abbia mai ospitato, tuttora avvinta dal suono caldo e liquido di quel piano Rhodes che contraddistingue il sound del bellissimo brano finale, i Black Dice, terroristi sonori, giungono oggi nel suo seno per scuoterla da questo stato di pago torpore.
Niente di più sconcertante e catartico poteva succedere a pochi giorni dalla fine del concerto dei Radiohead. Se la sagacia compositiva del quintetto dell’Oxfordshire si è sempre fondata sulla misurata e sapiente sintesi di esigenze melodiche e slanci sperimentali, i Black Dice di New York non conoscono freni e riverseranno la loro miscela tribal-noise al napalm sul sensorio dell’audience, facendone tabula rasa. La loro è un’operazione azzeramento che affonda radici concettuali nel concretismo futurista e nel collagismo dadaista, passando per la riattualizzazione di simili tendenze compiuta, nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta, da Pierre Schaeffer e John Cage, e dall’industrial di fine Settanta-inizio Ottanta: Chrome, Throbbing Gristle e Merzbow in primis.
Lo chance method che afferisce all'(anti)metodologia di Cage è un principio compositivo valido anche per i newyorchesi, soprattutto nel caso dello stupefacente ed elettronico Beaches & Canyons, album che risale all’ormai lontano 2002, carico di samples ambientali ed happenings sonori che tanto lo distanziano dalla corrosiva matrice no-wave delle prime prove. Le tendenze pre-culturali e selvagge del gruppo si manifestano in un’irresistibile e orgiastica cerimonia tribale, metafora della condizione antropologica contemporanea, segnata dalla vertigine di un nomadismo di ritorno che pare non conoscere posa. Anzi. Proprio a Beaches & Canyons appartiene la suite che è forse uno dei picchi massimi della produzione dei Black Dice, Endless Happiness. Ma il tour attuale della band è soprattutto rivolto al presente, essendo la fatica promozionale dell’ultimo album uscito nell’aprile di quest’anno, Mr. Impossible, che, nel solco delle intuizioni degli ultimi anni, allontana definitivamente la band dall’estetica aleatoria cageana.
Stasera ci confronteremo con un suono robustissimo, ritmico, ripetitivo, caleidoscopico: quella dei Black Dice è estetica dell’eccesso, piuttosto, dove si recupera l’ordine compositivo eppure nulla sembra essere davvero al suo posto. Ci troveremo immersi in un’atmosfera malata e sovraccarica, fatta di carne e sudore, cavi e proiezioni catodiche, immagini e afasia, informazione e rumore (vedi il video in calce e i suoi riferimenti a Nam June Paik): sarà il viaggio in un videodrome cronenberghiano dai cui non sarà facile fare ritorno ma che, al suo termine, avrà la potenza liberatoria di un rito, appunto, catartico.