Dall’autore di American History X un film altrettanto duro, già successo di critica
Titolo: Detachment – Il distacco
Anno: 2011
Regista: Tony Kaye
Attori: Adrien Brody, Christina Hendricks, James Caan, Lucy Liu
Quando: anteprima il 18 giugno all’Odeon, in programmazione regolare dal 22 giugno
A dodici anni da American Histroy X, Detachment – Il distacco segna il ritorno alla regia di Tony Kaye. In anteprima per il Biografilm venerdì 15 giugno e lunedì 18 (cinema Odeon, ore 18.00), e in programmazione ordinaria da venerdì 22 …
Dall’autore di American History X un film altrettanto duro, già successo di critica
IN BREVE Titolo: Detachment – Il distacco Anno: 2011 Regista: Tony Kaye Attori: Adrien Brody, Christina Hendricks, James Caan, Lucy Liu Quando: anteprima il 18 giugno all’Odeon, in programmazione regolare dal 22 giugno
di Giuseppe Marino
A dodici anni da American Histroy X, Detachment – Il distacco segna il ritorno alla regia di Tony Kaye. In anteprima per il Biografilm venerdì 15 giugno e lunedì 18 (cinema Odeon, ore 18.00), e in programmazione ordinaria da venerdì 22.
Il sistema educativo (americano), il degrado sociale (americano), il violento conformismo (americano), e al centro Henry Barthes, professore di liceo (americano) interpretato da un ottimo Adrien Brody. Su un costante tappeto sonoro fatto soprattutto di pianoforte minimale Henry, supplente per vocazione, prova a tenersi in equilibrio fra la sua capacità di trattare anche i casi più difficili e bisognosi di comprensione, e l’esigenza di tenere vivo quel distacco indispensabile alla conservazione della propria sanità mentale.
Ma l’equilibrio manca. La sola teorizzazione della possibilità di un bilanciamento psicologico è di per sé un errore. La vita delle persone è fatta di traumi, da ognuno assimilati e affrontati in maniera differente: al massimo può capitare d’incontrare qualcuno che voglia provare a curarti.
Detachment è un film sufficientemente duro e coraggioso, con un intreccio che può ricordare un Attimo Fuggente immerso nella desolazione del reale, quindi filtrato da uno stile documentaristico con punte di iperrealismo, asciutto ma non freddo. Accanto alla descrizione di alcune figure chiave – oltre al protagonista alcuni ragazzi prototipici e insegnanti indicativi di diversi livelli di esaurimento – non manca l’indicazione diretta a sistemi educativi familiari fallimentari nella dimostrazione di disinteresse, o incapacità di comprensione, o dannosa accondiscendenza, e a pressioni esterne che esigono una conversione radicalmente monetizzabile del metodo didattico.