IN BREVE Chi: Biblioteca di Bologna Cosa: MediaLibraryOnline Quando: dal 18 gennaio Dove:dal tuo pc
In un momento in cui si fa un gran parlare di diffusione gratuita sul web di prodotti editoriali, è singolare pensare che il servizio che da sempre mette a disposizione liberamente i suoi contenuti – la biblioteca – al web c’è già arrivata. A tre settimane dal lancio dell’iniziativa, vogliamo fare un primissimo bilancio di MediaLibrary Online (MLOL), il nuovo servizio della Biblioteca di Bologna che permette di prendere in prestito virtuale più di 95.000 materiali digitali tra e-book, mp3, quotidiani e periodici, audiolibri, video e banche dati. Attivo dal 18 gennaio scorso, si tratta a tutti gli effetti di un servizio “che avvicina la biblioteca ai suoi utenti”, nel senso che mette i contenuti a distanza di un clic dal lettore.
Ma vediamo come funziona nello specifico: l’unico sforzo “fisico” richiesto è fare la domanda di abilitazione presso la propria biblioteca. Di qui si ottengono i dati per connettersi all’area riservata del sito http://bologna.medialibrary.it. Per fare una prova di funzionalità provo personalmente a cercare un libro a caso, diciamo “La certosa di Parma”. In pochi secondi riesco a visualizzare una versione del libro “in streaming”, direttamente consultabile dal sito dove vengo indirizzata, e mi viene data la possibilità di scaricare una copia in pdf del libro sul mio desktop. In più ho la possibilità di ascoltare in streaming l’audiolibro oppure di scaricarmi l’intera opera in versione iPod per ascoltarla con calma in macchina. Stendhal stesso sarebbe estasiato dalla rapidità di diffusione della sua opera.
Anche gli utenti della biblioteca si sono incuriositi. Dal 18 gennaio ad oggi, ci rivela la Biblioteca Sala Borsa di Bologna, le richieste di abilitazione per il prestito online sono quasi 2.250 nell’intero circuito provinciale, con quasi 13.200 consultazioni spalmate su tutti i media disponibili: un numero abbastanza significativo per queste prime settimane di attività. Non ci sono grandi sorprese sul prodotto multimediale più consultato: la sezione quotidiani e periodici, che raccoglie 1752 testate in tutte le lingue del mondo, è la destinazione del 50% degli utenti. Seguono audio in streaming ed e-book. Per quanto riguarda l’età media non sono ancora disponibili dati anagrafici sugli iscritti, ma l’impressione dei bibliotecari è che non siano solo i giovani e i giovanissimi appassionati di computer (i cosiddetti “smanettoni”) a provare il prestito online. Il trend sembra essere quello dei 30-40 anni, segnale che il pubblico è più preparato di quanto non si pensi per questo tipo di tecnologia. D’altra parte il boom degli e-book non è un fenomeno di nicchia. Questo potrebbe essere il momento giusto per lasciare da parte i vari luoghi comuni sul web e aprire gli occhi su quella che è una strada nuova e irrinunciabile per la diffusione della cultura.
SFATIAMO QUALCHE MITO!
Ma a questo proposito dobbiamo segnalare dei limiti. L’avvento del prestito online non farà sparire i visitatori della biblioteca reale, almeno per il momento: la carta continua ad avere il suo fascino, soprattutto perchè non vi è diretta sovrapposizione tra il patrimonio bibliografico cartaceo e quello digitale. I contenuti disponibili sulla piattaforma online MLOL Bologna sono infatti “pacchetti” acquistati dal circuito bibliografico provinciale, e sono potenzialmente gli stessi disponibili anche per le altre biblioteche italiane dotate di MLOL (ad oggi 28 circuiti). La digitalizzazione del patrimonio bibliografico italiano è ancora agli albori, e manca di un progetto nazionale unico. O meglio, ci sarebbe anche: si chiama BDI – Biblioteca Digitale Italiana e nasce da uno Studio di Fattibilità commissionato dalla Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali nel 1999, che ha fornito il quadro di riferimento necessario per la nascita di una biblioteca digitale nazionale, “che possa inserirsi a pieno titolo tra le analoghe iniziative europee ed extraeuropee”, già molto sviluppate. Ad oggi risultano molti i finanziamenti per le attività di digitalizzazione del patrimonio bibliografico italiano, secondo la Direzione generale italiana per le Biblioteche, ma ad esempio il sito relativo, www.bibliotecadigitaleitaliana.it, (oggi?) non è attivo. Il che non è una gran presentazione, visto l’oggetto dei lavori…
Un altro mito da sfatare sulla biblioteca online, dopo la sospetta minaccia al cartaceo, è quello della minaccia al diritto d’autore. Il sistema del prestito online rispetta – chiaramente – tutte le legislazioni in materia, e per farlo si avvale di alcuni strumenti peculiari che in futuro potrebbero diventare comunissimi: in alcuni casi il “pacchetto” di materiali digitali acquistato comprende in sè le licenze per il prestito e il download legale degli utenti. In altri casi, specialmente nel caso di materiali nuovi, i contenuti possono essere gestiti solo scaricando il software Adobe Digital Editions, che “sincronizza” il computer con il proprio account di prestito e rende visibili per 14 giorni i contenuti sul computer dell’utente e – volendo – anche su altri 6 dispositivi (portatile, tablet, smartphone, lettore mp3, lettore e-book, …). Il file sparisce automaticamente dopo 14 giorni, evitando il fatidico richiamo cartaceo che intima la riconsegna.
Insomma, il servizio è utile e sembra funzionare perfettamente. Gli unici nei, di cui possiamo stupirci poco, sono quelli legati ai materiali disponibili. Come abbiamo già visto, il patrimonio digitale italiano non è vasto come quello cartaceo. La musica è spesso soggetta a limitazioni nel download e per lo più rende disponibili versioni riarrangiate di brani originali (se cercate “Beatles”, troverete delle interpretazioni orchestrali dei brani dei fab four). Nella sezione video mancano del tutto i film, per problematiche intrinseche al tipo di media e alle licenze possibili. Anche gli audiolibri, che potenzialmente sono tra i contenuti più interessanti da diffondere via web, sono pochi perchè pochi sono quelli disponibili in assoluto, almeno in italiano. Infine un appunto relativo ai quotidiani, chiaramente anche loro acquistati in pacchetto nazionale: le testate locali mancano quasi del tutto, rendendo necessario per i lettori de Il Resto del Carlino, della Gazzetta di Parma o de La Nuova Ferrara la buona vecchia seduta quotidiana nella sezione periodici della biblioteca.
Ma non disperiamo, l’impressione è che le cose si stiano muovendo nella direzione giusta, stimolando il mercato culturale a migliorare l’offerta di prodotti digitali aperti a tutti.